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L’ho visto, l’ho vissuto, quindi so; una sincera e un po’ personale visione molto Bolognacentrica della nascita ed evoluzione del writing italiano dai primi muri degli ’80 ai treni dei grandiosi ’90.
Tutto ciò che ho conosciuto ascoltando, tutto ciò che ho trovato cercando, tutto ciò che ho scoperto leggendo, tutto ciò che ho visto vivendo.
Grazie a tutti i protagonisti per le emozioni che mi avete regalato, per la vostra genialità spesso poco riconosciuta, per la vostra costanza e per la vostra amicizia. Molti di voi siete stati gli unici miti che abbia mai avuto e ora cerco di rendervi omaggio. Se qualcuno si offende, beh… non me ne frega un cazzo, …anche questo è Writing.

By Texas, discendente di Dayaky, fratello di Dork, nipote di Zio Rusty, della tribù dei B.Bombers, ma pur sempre un fottuto Nerds.


Rimini, Rimini

Rieccoci a Rimini con un po’ di foto scansione a random, fatte tra il 1992 e il 1995, alcuni inediti, alcuni storici. Ma prima, per premiare la vostra lunga attesa, beccatevi questo filmato digitalizzato direttamente dal VHS originale “New Brain Reality” che comprai da Pierre e Rita nel 1993, ma girato nel 1992.

Questi sono i video per cui impazzisce Vandalo, quindi uno sicuramente l’ho faccio felice.

Come ogni anno, partivo dal Porto Canale a scattare le foto.

Panoramica della parte sud del porto Canale di Rimini, scattata nel 93.

Vediamole più in grande queste foto.

La freccia vorrebbe attirare la vostra attenzione sulla scritta “The Death Squad”, la cosa più interessante di questa murata.

A sinistra si legge chiaramente la tag di 1Art, ma non so se il puppet sia sempre suo.

Stop…. by Ren, 38 Squad

…Crime by Zaky 2, 38 Squad

 

Argentone Rimini by Uzy

La quantità di tag che venivano fatte su tutto questo lungo Hall of Fame creava una bella texture di fondo, ma adesso come allora mi rende difficile distinguere la firma dell’autore da quelle fatte a riempimento, ma state certi che i “correttori” non si faranno desiderare a lungo.

 

Akira by Uzi

“Colors” con tanto di skyline a riempimento. Se il pezzo precedente era dedicato al miglior film del 1993, questo potrebbe essere dedicato al film di Hopper del 1988. Ora ditemi se leggete la tag dell’autore.

Spray by AirOne, aka ERON, e mi sa che è bello datato; oserei anche un fine anni 80. Non ricordo assolutamente dove fosse, mi pare di averlo beccato mentre dal Porto Canale mi spostavo alla stazione.

 

 

Zulu by Zedo e Ren, che poi potrebbero essere Airone e Crab. Questo credo sia del 1992.

Dopo la passeggiata al porto, andavo ovviamente verso la spiaggia per vedere un po’ di belle ragazze, e con grande stupore mi beccai anche dei bei pezzi patinati.

Lavoro su commissione al bagno n.63, in puro stile romagnolo, by OneArt che è sempre….indovinate un po’!

 

Altra parete, altro puppet di OneArt per il bagno n.63.

 

Letteroni con colorazione stile “Flohmarkt”, sempre OneArt, per realizzare questo “Tower 63”.

 

1992_Un bellissimo “Ghetto Blaster” di Rose e Onese (Reoh), anche se la cosa più bella resta sempre Rose!

 

Beach Volley by Onese del 1992

Questi pezzi rimasero a lungo sulla spiaggia di Rimini, mentre ogni anno che scendevo, il muro del Porto Canale cambiava aspetto. Ho trovato alcune foto del 1995 di una murata pazzesca firmata dalla neo-nata K-Rimini, che reputo un nome stupendo per una crew.

AerozBomb by K-Rimini United, sul muro maestro del porto Canale

Bomber in fuga dopo il pannello TCS94, by Eron ovviamente

 

L’elenco delle dediche agli amici è sempre stato un “must” che non poteva mancare sui pezzi. Adoravo leggerlo tutto perché mi aiutava a capire molti collegamenti tra le crew d’Italia.

 

Reoh in 3d non ancora finito, sempre sul Porto Canale.

Muovendosi dal porto verso Miramare riuscì ad intercettare anche questi pezzi di Reoh ed Eron, col famoso puppet con la Talken in bocca che finì su AELLE Mag. n.1.8; vi ho fatto il montaggio per la vostra gioia.

Reoh ed Eron sui pannelli di legno di un cantiere verso Miramare, alla fine di Rimini. 1993

 

Gira che ti rigira, abbiamo visto una moltitudine di tag in giro per Rimini ma alla fine sembra i writer attivi sul territorio fossero in pochi, sicuramente Eron che col suo ONEart a dato il via alla moda riminese, difatti Reoh si aggiudicò un bel ONEse, mentre Crab ripiegava su un ONEkick…. poi lo stesso Eron potrebbe essere stato influenzato da Dayaki e dalla sua mania di avere un sacco di alias!!

Se poi volete sapere qualcosa in più sulla storia Riminese di quegli anni, fatevi un giro a questo link che ho trovato on line. Se avessi voluto raccontare io la storia di Rimini, avrei potuto scopiazzare fin dal principio i tuoi testi, ma non è questo il mio intento, quindi WORD non te la prendere !

Concludo questo post condividendo alcuni graffiti che beccai sempre in riviera romagnola, ma questa volta erano a Punta Marina; fu il  mio amico Josh a vederli per primo passandoci in auto coi genitori , a me spettò ritrovarli e fotografarli. Sono di due writers di cui non so nulla, ma che fecero un bellissimo lavoro per essere il 1992. Il puntino dentro la O di Sony e le colorazioni Flohmarkt dei pezzi mi portano ad azzardare che i due talenti siano passati per Bologna, ma è giusto un pensiero.comunque, dopo 27 anni beccatevi almeno i miei complimenti.

 

1992_GeniuZ Crime by Sony e Shove

 

1992_Shot Em by Sony e Shove della C.I.A. Crime in Action

 

1992_StarZ con tanto di Michael Jordan in schiacciata.

 

Vamos a la Playa. Rimini anni ’90

38 Squad by OneArt

Quando arriva il caldo noi bolognesi siamo soliti spostarci sulla riviera Romagnola, e oggi vi porto con me.
Se  vi dico “Rimini”, voi a cosa pensate?

  • Eron? 
    • Macché! Certamente lui è un mostro di bravura, ma siete troppo scontati e prevedibili. Ritentiamo.
  • One Art?
    • Bona lè! Basta con Jessie, andate oltre.
  • 38 Squad? 
    • …tipo la foto che ho messo in copertina? Vi piace vincere facile?! Sbagliato ancora.
  • Indelebile?
    • Dai cazzo, No!…e ancora No. Ma vivete il writing solo su Instagram?

Dai ragazzi, se negli anni ’90 respiravi il movimento hip hop italiano e si parlava di Rimini, poteva venirti in mente una cosa sola. Forza! Ritentate!

  • Cellophane? 
    • Ok, …ci sta  …lo vedremo, ma siete ancora fuori strada.
  • Le serate del Barcelona? 
    • Ma mi tirate fuori un’altra disco?? Allora, ce la fate o no? 
  • Lego? 
    • Ahahahaha, spero vi riferiate ai vostri giochi da Toys?? Ahahaha. Ma smettetela.

Ma siete degli uomini o dei nerds? (detto da me suona un po’ strano).

Facciamo così: ve la do io la soluzione, copia-incollando le mie chiacchiere con uno che ne sa, uno che nei primi anni 90 faceva già del gran cash spacciandovi Sparvar, tappini e magliette, il mio gemello Jed. Ero a cena a casa sua qualche sera fa e mentre parlavamo delle solite minchiate, tipo Troie, Treni e Tortellini, gli ho accennato che avrei scritto un post su Rimini.
Lui subito si è voltato verso di me, con il sorriso e gli occhi illuminati e mi ha risposto nell’unico modo possibile:

“Rimini? Soccia, ma te la ricordi ROSE? Quanto era figa, con quelle treccine e quelle labbra carnose!!!”

Ecco regaz, d’ora in poi, se qualcuno vi dice Rimini, mi aspetto che voi rispondiate “ROSE”, e basta! 

In quei primi anni novanta per conoscere writers e intercettare news su nuovi pezzi, fanze e quant’altro potesse soddisfare la nostra sete di hip-hop, io e i miei amici frequentavamo i centri sociali e le poche jam o conventions che erano pubblicizzate con volantini consegnati a mano.

In quegli ambienti c’erano già poche ragazze e quelle che incontravi sposavano sempre uno stile cupo e poco curato, con kefiah al collo, maglioni verde marcio o rosso mattone, tute scialbe alternate a jeans dozzinali, e se da un lato evitavano le ballerine antisesso, dall’altro le loro clarks e i loro anfibi sporchi non erano poi tanto meglio.    

Finché non arrivò lei, la ROSE, che cambiò la visione che avevamo delle ragazze “alternative”. Bella e colorata come le Flygirls dei video americani, sneakers curatissime ai piedi, orecchini grandi ai lobi, occhi truccati alla perfezione, abbigliamento Stussy e Slam Jam, treccine afro, sempre sorridente e dolcissima…. e soprattutto dipingeva!!!

Eccola la Rose in tutto il suo splendore.
1993_Bologna centro, via Indipendenza nei pressi del monumento a Garibaldi.

La prima volta che beccai Rose fu nel 1993, ad una graffiti session su pannelli in pieno centro a Bologna, davanti alla “fu Isola nel Kantiere”. Quella volta c’erano altre due ragazze, Circe e Cora, che furono completamente ignorate per colpa sua: tutti gli occhi erano puntati su di lei. Noi tutti eravamo affascinati da questa bellezza con la bomboletta in mano.

Local writers at work in via Indipendenza. Si intravede appena la Rose sotto al braccio del Pioneer. Bologna centro 1993.

Lo stesso anno la rividi a Tinte Forti, dove venne con Eron e il suo compagno di crew Reoh. Per la prima volta i grandi Kings delle Jam avevano perso la luce dei riflettori tra noi followers: le attenzioni erano tutte per la bella Rose.

K-Rimini di Eron durante Tinte Forti 1993. Non si vede Rose, ma so che questo scatto vi piacerà lo stesso.

 

L’inverno successivo mi invitarono ad una jam battle a Gambettola, in piena Romagna, organizzata dai alcuni ragazzi simpaticissimi di cui non ricordo i nomi. 

Ci andai con un mio compagno di classe, Doit; eravamo gli unici bolognesi in mezzo a centinaia di romagnoli accorsi da Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini per ammirare il loro idolo Eron, che arrivò con Reoh e, per mia grande gioia, anche con Rose. Questa volta, dato che condividevamo “l’area privè” riuscì ad impezzarla di brutto, mentre il pubblico romagnolo poteva solo rosicare! 

1994 a Gambettola, il Krua di Eron

1994 a Gambettola, il Bomb the Train di Reoh

1994 a Gambettola, il Dirt di Doit (FedeM) e Anice

Onestamente parlando, nonostante potessi contare sul mio fascino e la mia parlantina, restavo consapevole di essere un graffitaro alle prime armi e sapevo che avrei dovuto impegnarmi di più per attirare la sua attenzione, siccome era abituata a frequentare gente di un certo livello. Tornato a Bologna, con un po’ di risparmi e regali di parenti, comprai subito altre costosissime Talken e mi rimisi a pittare nel solito sottopassaggio. Volevo avere del buon materiale da sfoggiare al nostro prossimo incontro.

Stava arrivando infatti la famosa Indelebile, nella sua Rimini e li avrei avuto qualche giorno in più per approcciare. 

Ma come spesso accade, le cose non andarono come uno immagina.

Ad Indelebile non riuscii a ritagliarmi del tempo con lei, c’era un sacco di gente che le ronzava attorno e poi c’era Delta INC a dipingere che mi distraeva parecchio; non sarà bello ma coi sui pezzi arrivo lo stesso all’orgasmo.

Dopo quella jam le nostre strade non si incrociarono mai più. Qualche tempo dopo venni a sapere che si era fatto avanti con lei un writer di un certo spessore, addirittura di New York, per la precisione “from da Bronx”…uno che aveva avuto anche “qualche” esperienza sulla Subway già nei gloriosi anni settanta, ….quindi ….come avrei mai potuto competere?! Battaglia persa in partenza.
Smollai il colpo e smisi di cercarla.

Sogni infranti, tanti cuori spezzati in tutta Italia e fine della storia.

Ora possiamo parlare dell’altra Rimini.

Corriamo subito al famigerato Cellophane, praticamente in riva al mare anche se alla fine di Rimini, zona Miramare. Se il mondo delle disco lo ricorda per i suoi dj, noi graffitari lo conosciamo unicamente per i pezzi che vennero realizzati sul tetto, sopra alla strada. Queste foto le feci nel 1992 e credo fu sempre Walter a parlarmene, anche perché se fosse stato lo stesso Dayaki ora ne saprei di più. Difatti non ricordo se anche qui organizzavano le serate Hip-Hop e non so neanche perché spuntarono questi capolavori. Il mio unico interesse era fotografare, sviluppare e apprendere dai migliori.

1990_Rimini. Dayaki e OneArt, la prima parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. Zero-T2 e Crab, la seconda parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. The Death Squad di Zero-T2 nel retro del Cellophane, pezzo con vista mare.

Io personalmente amo molto i pezzi ricchi di dediche e riferimenti, raccontano storie interessanti e a volte lasciano un’alone di curiosità. Facciamo dello zoom.

Zoomata su Power di OneArt con la stupenda colorazione metallica importata direttamente da München.

 

Zoomata su Portrait. Perpetuum Conflict di Dayaki con tanto di freccia rossa che rivela informazioni importanti.

 

Zoomata su Down by Law di zero-T2 con un puppet che parla da solo.

Ogni estate, prima di fermarmi a Cervia dai parenti a scroccare la casa, scendevo in treno fino a Rimini dove stavo qualche giorno dal mio amico Daniele, non solo per andare insieme a caccia di tedesche, ma soprattutto per prendermi la prima abbronzatura, quella che ti secca i brufoletti adolescenziali. Era un mio rito, un trip da quindicenne, volevo che le varie fidanzatine estive, quelle che rivedi solo in villeggiatura, mi trovassero sempre in forma e quindi  volevo arrivare già scuro. E così ogni estate, arrivato alla stazione di Rimini, mi toglievo la maglietta e sotto al sole mi facevo a piedi tutto il porto canale e un sacco di Bagni dove ogni tanto beccavi qualche pezzo commissionato ai vari aka OneSea, aka OneArt, aka OneKick, fino ad arrivare dal mio amico. Questo è il motivo per cui mi ritrovo quattro books pieni di materiale riminese, scatti fatti tra il ’92 e il ’96.

Spostiamoci al porto canale, sono sempre scatti del 1992 ma certamente alcuni pezzi saranno anche più vecchi.

38 Squad sotto al ponte ferroviario by Nore (indovinate chi è), OneKick e Gooz.

 

Unfinished 1Art sulle scalette che scendono alla Hall of Fame del Porto di Rimini

Questa rampa che si vede in foto, spezzava in due il muro più alto e più bello di tutta la Hall of Fame, dove venne realizzato, sul lato destro, l’enorme AerozBomb Artist Workshop di 1Art con tanto di Bomber che scappa dall’elicottero della RPD  (Rimini Police Department) dopo aver lasciato un TCS su un bel vagone, mentre sul lato sinistro, ospitò il “Great” Bates-AIO ad Indelebile 1995,  quando il trio tedesco, Atom-Zebster-CanTwo si godevano la parete in spiaggia, dipingendo vista mare. Nel 1992 invece c’era questo Zombie di AirOne (non quello di Milano, ma sempre Eron) e Crab, che era tra le cose migliori che si potessero trovare in Italia.

Il muro maestro della Hall of Fame di Rimini e la rampa di scale che lo divide in due.

 

Zombi di Crab e AirOne …Hip Hop Troop!

Anche Reoh switchava tra diversi aka, ispirato o consigliato da Eron ma ovviamente il pioniere di questo stile politags era sempre lui..e sappiamo a chi mi riferisco …Master of D.

Reoh in versione Uzy e il B.H.

Il 90% della Hall of Fame si sviluppava sul lato di sinistra del porto canale, tra il ponte di ferro dei 38 Squad e il ponte di viale Matteotti . Sul lato destro invece, c’era un unica parete veramente valida, di cemento armato dove beccai questo pezzone  tutto lilla che si sviluppava perfettamente nello spazio a disposizione.

Do The Right Thing di 1Art e Crab, nella parte più interna del porto canale.

 

Dettaglio di Do the Right Thing col puppet e le dediche a Spike Lee, Michael Jordan e alla U.A.

Per adesso ci fermiamo qua, nel prossimo articolo su Rimini scriverò pochissimo e lo carico di foto, così andiamo in pari.

WP….lavori “finiti”

La famosa Vans di Dayaki, apparsa su Skate ed utilizzata anche su altre riviste. Il puppet alla sua destra doveva esserci tutto, ma l’hanno visto in pochi.

CATALOGO WP
DAYAKI e ZERO-T2, CMC in full effect, 1989
Muro anonimo, Bologna

Da catalogo pubblicitario ad oggetto di culto.

Quando uscì nel 1990, sicuramente lo regalavano a chiunque lo volesse ma già pochi anni dopo, in tanti, avrebbero pagato pur di averne una copia.
Era solo il 1992 quando venni a sapere della sua esistenza ed era già tardi, tutto esaurito; chiamai persino la ditta di via dell’Arcoveggio nella speranza di aggiudicarmi un’esemplare, ma nulla. Chiesi a tutti i ricchi fighetti del Galvani, che avevano tre Woolrich a testa e un sacco di Vans nell’armadio, ma nemmeno per sbaglio ne avevano preso uno. Sconsolato, mi rifugiai in quegli angoli nascosti del liceo dedicati ai ragazzi “alternativi”, dove incontravi gente con interessi diversi dalla discoteca e dagli aperitivi, i nostalgici del Punk dei Clash, quelli in fissa col Goth dei Bauhaus e ovviamente quei pochi attratti da un mondo hip hop emergente. In mezzo a loro conobbi la Nicoletta, uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto, che aveva una buona dimestichezza coi graffiti, tanto che, mentre la gente “normale” si scambiava le figurine dei calciatori, io e lei ci scambiavamo le foto dei pezzi. Lei le scippava direttamente dagli album del suo moroso e me le faceva copiare; loro due avevano messo insieme molto materiale dei centri sociali occupati, mentre io, che saltavo tranquillamente tra i binari dei treni, avevo delle gran foto della linea, che gli facevano gola. Legammo molto in fretta, e conobbi anche il suo fidanzato, che altri non era che il già citato Walter, con cui negli anni a venire andai dal molo di Rimini ai parchi di Milano, fino su alla Rote Fabrik di Zurigo e poi a piedi lungo tutta la linea di Basilea. Un giorno qualsiasi, senza anticiparmi nulla, la mia nuova amica Nicoletta, durante un’intervallo a scuola, mi regalò la sua copia, copia che ho conservato con amore e tanto rispetto in tutti questi anni….un mito di donna!  Quel giorno stesso, per la prima volta, passai le restanti ore di lezione finalmente chino su un libro, a “studiarmi” 120 pagine di puro talento italiano in formato maxi, 24×32 centimetri, giusti giusti per visualizzare al meglio ogni dettaglio.

Questo babbo Natale spacca, avercene sui muri. Bravo ZeroT2.

Dayaki e la sua bomboletta radiocomandata.

News by ZeroT2….ecco da chi prese ispirazione Kay One per i suoi puppet!!!!

Sell&Buy by ZeroT2 ….ora potrebbe scrivere solo Ebay.

Outline Buzz… e mettiamo le Sneakers anche al vespone. by ZeroT2.

In quegli anni di Magnum P.I., l’hawaiano vendeva alla grande. D’obbligo il pezzo in tema.

 

L’intero catalogo venne pensato con l’innovativa idea di abbinare alla professione e agli hobby dei diversi modelli un “volgarmente detto graffito” a tema. Coloro che si prestarono per questi scatti non erano infatti veri modelli, erano tutte persone di ambienti diversi, pittori e scrittori, atleti e skaters eccellenti come Matteo Storelli, studenti probabilmente amici di amici, attori, comici del calibro di Alessandro Bergonzoni, e ancora, distinti professionisti, avvocati e brokers; questo connubio tra pezzi e modelli improvvisati era veramente avanti per il 1989, e se magari è passato inosservato a molti, per molti altri fu una grande soddisfazione sfogliarlo tutto.

 

Gli Skaters di Bologna davanti al loro van graffitato…Il bravissimo Matteo Storelli è uno di questi.

 

Questo furgoncino si incrociava ogni tanto per le vie di Bologna, ma non sono mai riuscito a fotografarlo…. cose che capitavano spesso ai tempi in cui non esistevano gli smartphone!!

Tutti i pezzi erano taggati a skinny, come d’altronde tutti gli outlines, in quegli anni funzionava cosi, o forse c’erano solo quelli. Uno lo faceva Dayaki, un’altro Zero-T2, alcuni assieme.

Iceland by ZeroT2.

I Suckers sono ovunque. by Dayaki.

Petrolio e Soldi…accendiamo polemiche.

Dayaki sempre con la bonza in mano. Sotto c’è scritto CMC, o LOS, o TEC…insomma leggeteci quello che volete.

ZeroT2 riuscì a stilizzare e rendere Hip Hop pure un grammofono. Questo è parecchio stile, fate voi.

Stay Tuned. Lo stile e le colorazioni di Monaco riportate in questo lettering. Erano gli inizi. by ZeroT2.

Questo Cookers è Flohmarkt allo stato puro, colorazioni comprese. By ZeroT2.

Globe Flyers con puppet di Kay 1 ..ops, è ZeroT2, scusate.

Rabbia Marina by CMC….non chiedetemi cosa sia The Ship Eaters perchè non ne ho idea.

 

In questo catalogo ce n’è per tutti i gusti, io però il cuore l’ho lasciato sul vagone della metro.

Vagone Metro , con quel bel Death… che magari è riferito alla TDS di NY, chissà.

Mentre mi sfogliavo e risfogliavo questo gioiello, la mia fervida immaginazione viaggiava su binari tutti suoi, binari che sarebbero poi risultati morti. I pezzi che si vedevano a Bologna in quegli anni, come avete potuto immaginare dagli altri post, erano sparsi in vari punti della città; fino al 1993 non abbiamo mai avuto una Hall of Fame. Solamente lungo la linea ferroviaria ne potevi trovare tanti tutti assieme, per il resto dovevi andarteli a cercare uno per uno ed in questo io ero proprio bravo. Non avendo contatti diretti con i protagonisti a cui chiedere corsie preferenziali, stavo sviluppando da me un ottimo fiuto per stanarli tutti. Ma davanti a questo catalogo, sapendo che la WP era di Bologna, mi chiedevo come potevano essermi sfuggiti questi capolavori. Per realizzarli tutti ci voleva uno spazio enorme, dalle stesse foto si capiva che erano fatti al coperto e la prima cosa che mi venne in mente fu la cara e vecchia fabbrica abbandonata, molto in voga anche adesso tra i fake writers di Instagram.

Jazz Cool by Dayaki.

Rush by ZeroT2.

Original Sin rivisitato da Dayaki.

Ride and Wind by Dayaki.

Funny Show by ZeroT2.

Dayaki in action…questa concedetemela.

Selfie by Dayaki (1).

Comic by ZeroT2.

Art by Dayaki.

 

Ma dove era questa fabbrica? Perché nessuno ne parlava? Bologna non era certamente immensa come New York. Perché non riuscivo a fiutarla? 
Forse era già stata rasa al suolo, forse era imboscata sui colli, forse era in un’altra città o forse dovevo solo cercare meglio. Nel dubbio mi armai di tanti rullini da 36, pronti per ogni evenienza e nei mesi successivi, ogni weekend, uscivo per cercarla; tentativi inutili ma almeno tornavo a casa con qualche pezzo nuovo, di cui avete poi goduto in tanti su questo sito. Resta che sta fabbrica di merda non veniva fuori. Lo so che voi avete già capito dove sono andati a finire quei binari, ma io ero troppo sprovveduto solamente per pensarlo.

Il destino volle che quello stesso anno conobbi Dayaki. Per destino intendo la Nicoletta che mi svela il cognome del King of D., un elenco telefonico su cui cercarlo e la mia faccia come il culo per andare direttamente in Cirenaica a suonare al suo campanello …che bei ricordi. Comunque ora avevo una corsia preferenziale (e di altissimo livello potrei aggiungere), quindi appena misi da parte l’orgoglio per la ricerca fallita, mi decisi a chiederglielo; con l’innocenza di uno sbarbo, ma forse lui la vide come la deficienza di un toy, (chiedete a lui), con una frase preparata a tavolino per non sembrare troppo sprovveduto, me ne usci con:

“…bella D., sono riuscito tramite agganci ad avere finalmente il vostro catalogo tra le mani (con il vocabolo “agganci” creo del mistero tra me e il Pioneer e attiro la sua attenzione); un capolavoro, pezzi da paura, livello altissimo (i complimenti sinceri creano un feeling e le difese si abbassano)….quindi,….insomma, ehm……, magari non è che potresti rivelarmi dove li avete dipinti? …sai li vorrei vedere e fotografare tutti (gli faccio capire che voglio immortalare il suo talento) ….ovviamente se puoi dirmelo (ci sono dei rituali che non conosco ancora, mi sta educando e io lo so, quindi è Lui che decide se io sono degno di saperlo oppure no)… e insomma…per favore (l’educazione è sempre una buona carta da giocare)….ecco tutto qui”.

e il Pioneer, dall’alto della sua saggezza, senza ridersela troppo, con uno sguardo stupito e divertito allo stesso tempo, continuando a gesticolare come solo lui sa fare, parte con:

“…no way, era un muro solo, …si dipingeva …si scattava …si rimbiancava …si ridipingeva …e avanti così …lavoraccio …gran sbattimento”.
ed ecco che il mio cuore si spezza, manco m’avesse lasciato la fidanzata. Quella fabbrica maledetta non esisteva, era solo una parete anonima, un po’ troia, che si era presa un sacco di pezzi e si ripuliva tra uno e l’altro!
Uscii da quella conversazione imbarazzato e abbattuto; non avrei mai più potuto vedere quei capolavori mentre non sapevo che di figure di merda con Dayaki ne avrei fatte ancora….. proprio come ci si aspetta da un vero Nerd!!!

Ora beccatevi questo “Hockey player” da paura… e piangiamo assieme per non averlo mai visto dal vero.

Capolavoro di ZeroT2. Questo era lo stile Hard dei puppet che andavano in voga negli anni 90. Grandioso…un passo avanti a tutti.

(p.s: Sono certo di aver visto qualcosa di simile, passando in autobus per le vie di Rimini, realizzato da OneArt; sempre un puppet con casco rosso, vicino al porto, sul muro di un benzinaio credo, se qualcuno avesse quella foto mi farebbe piacere che la condividesse con noi.)

 

WP by Dayaki…outline bianco se ne vedevano pochi nel 1989.

N.Y.C. by ZeroT2, un bell’omaggio alla patria dei graffiti.

Good Luck…..direttamente dal Re della D, per il suo Partner in Crime!

Le facce incazzate si facevano così negli anni ottanta.

L’Indiano (Urbano) è sempre stata una fissa del Pioneer.

Dayaki prove di lettering…questo proprio non lo leggo…ma la tag…quella è venuta da panico!

Mentre tutti stampavano sulle Fruit, i Writers già si distinguevano con le Hanes.

World Wide (WEB) by Dayaki…è sempre stato troppo avanti.

Un Pezzo Peace Piace sempre….sopra la panca la capra campa….by Dayaki.

 

Tecnicamente parlando, posso affermare con sicurezza che i “volgarmente detti graffiti” realizzati dai CMC nel catalogo WP siano stati realizzati con un mix di Talken, Dupli-Color e ci metto la mano sul fuoco che hanno usato anche le famosissime e costosissime Marabu…..

…dai scherzo, non ne so un cazzo di colori, non sono mica Vandalo (questo post è dedicato a te, per tutti gli sforzi che fai sul tuo blog)

 

….le bonze si vedono tutte in quest’ultima foto.

Panoramica dei pezzi e delle bonze!


 

2 varco in linea

Blind Justice, linea Bologna-Ancona

Blind Justice, linea Bologna-Ancona

Bologna On Line – Il secondo varco
1992, in tutte le direzioni

“…ma lui ci arrivò primo.”
Vi ho lasciato a febbraio con questa frase sospesa ed è arrivato il momento di dargli un finale. Ormai è chiaro che parlavo del Rusty, ma bisognerà  approfondire un attimo: cominciamo con questo “Blind Justice”, preciso e pulito, che è stato il primo pezzo ad occupare il muro sotto al ponte di via Libia, sulla linea Bologna-Ancona. Lo scatto che potete ammirare l’ho fatto pochi giorni dopo la sua comparsa. Qualche settimana prima infatti, mentre giravo in vespa alla ricerca di nuovi graffiti come fa un bravo nerd, sgamai il biancone fresco fresco. Le emozioni che si provano nell’attesa di scoprire cosa avrebbe preso forma sul quel bianco, passando ogni giorno a vedere se fosse quello giusto, sono una parte integrante di quello che il mondo dei “volgarmente detti graffiti” ti può regalare. Nella foto potete notare che ai lati del masterpiece non c’è ancora nulla, mentre su ACW è riportata la stessa parete arricchita l’anno seguente con la versione 2.0 di Citta Zombie.

Love & Hate, linea Bologna-Milano

Love & Hate, linea Bologna-Milano

Ora gustatevi la poesia di “Love and Hate”. La bellezza di questo capolavoro dura, ancora adesso, nella memoria di tutti coloro che lo videro; il contrasto tra le linee morbide e i colori caldi del Love con gli angoli e le fredde tinte dell’Hate, lo considero sempre di gran effetto, seppure semplice nella sua logica. Questa è stata una delle pareti illegali più belle di Bologna per anni, meta di pellegrinaggi di fedelissimi.

Qui siamo sulla linea nord, quella in direzione Milano. Anche questa parete la sverginò Rusty, insieme a Ciuffo e ci fece un giro anche Sky 4 qualche anno dopo. Il muro era uno di quelli bazza, nascosto dalla strada ma visibilissimo dal treno. Era vicino ad un area militare e me ne accorsi a mie spese. Mi portarono a fotografarla due amici d’infanzia, Massimo e Rocco, che avevano appena comprato la mitica Clio 16 valvole, ovviamente blu metalizzato. Si poteva arrivare con l’auto fin davanti al pezzo e lì noi la parcheggiamo. Dopo che finisco di scattare tutti i pezzi a mò di collage, da unire poi con lo schotch, mi muovo da solo verso la fine del muro che curvava e si perdeva al di là di un cancello; si sa che” finché c’è muro.. c’è la speranza di un pezzo!”. Col desiderio di beccarne altri e la “fortuna” che il cancello è aperto, entro agilmente in quell’area nuova. Dopo qualche passo, dietro a una curva mi si apre un campo prova militare con tanto di esercitazione in corso e carrarmati. Scena da film: nel momento stesso che realizzo la mia invasione, la sentinella si volta e, dopo lo stupore nel vedere un“civile” invadere il suo mondo di soldatini, comincia prima ad urlare e poi a corrermi dietro. Panico! Come una scheggia scappo indietro urlando ai fratelli di mettere in moto; salgo al volo in stile Hazzard e ringrazio ancora oggi che quel l’auto fosse la mitica 16valvole…due sgasate e scompariamo per via Agucchi con tanto di rullino pieno dei pezzi che state ammirando.

Primo muro della Linea Bologna-Venezia

Primo muro della Linea Bologna-Venezia

Sempre Il Rusty, insieme a Ciuffo, dipinse per primo anche la linea Bologna-Venezia che non ha mai avuto molti muri. Il migliore comunque se lo presero loro. In questo punto il treno,  che sia in uscita o  entrata dalla stazione centrale, va ancora piano e risulta facile ammirare e leggere i pezzi. Strategico!!


 

Dado & Mambo

Ghetto Blaster di Dado e Mambo

Ghetto Blaster di Dado e Mambo

Dado e Mambo_1992
Giardini Margherita_Bologna

Torniamo ai Gardens, sempre sullo stesso muro sverginato anni addietro dagli FCE; nel 1992, dopo che vennero cancellati i puppets di Duke-T ed Easy_5, fu la volta del duo Dado e Mambo che lo timbrarono con un ghetto blaster tra le loro iniziali.
Questo pezzo mi piaceva un sacco, si sposava benissimo con le dimensioni ridotte della parete, lo trovo ancora di grande effetto o forse ne sono molto affezionato; qui si può vedere molto bene anche la storica tag col cuore del Dado, quella di cui parlavo nell’ultimo post.

Di questa tag ce ne erano un sacco in giro in quegli anni. Io poi che venivo dal quartiere San Ruffillo, passavo obbligatoriamente per il Mazzini, il suo regno, e ne vedevo spuntare di nuove ogni settimana, mentre restavano nascosti i suoi primi esperimenti con l’alias Alex. Quella col cuore resta la più famosa firma del Topo tanto che se la ricordano anche coetanei estranei al fenomeno dei Graffiti. Ora si fatica molto a trovarne in giro, magari se ne beccate una provate a staccarla dal muro come va di moda adesso, non si sa mai che in futuro valga del cash.

Mambo, non è di Bologna, venne in città per studio e si fece notare in fretta in quanto dotato di una gran mano. Faceva puppet da paura, non ai livelli di Dayaki o Duke-T, ma molto potenti ugualmente; una volta mi capitarono in mano alcuni suoi schizzi che subito fotocopiai e li vendetti in fretta per tutto il Galvani: noi nerds amiamo collezionare queste rarità!  Se li ritrovo ve li ripropongo.
Negli anni successivi Mambo si allontanò dallo stile dei pezzi taglienti filo-tedeschi e diede forma a delle linee più morbide, tutte sue, che a me però non piacquero e così non fotografai più nulla di suo: dovevo pur risparmiare da qualche parte, i rullini costavano un botto. Resta il fatto che se qui parlate di Mambo, tutti pensiamo a lui e a nessuno viene in mente quello parigino, sebbene più famoso.

SPA di Ciufs

SPA di Ciufs

L’anno seguente fu Ciuffo a pittare sui gabinetti dei giardini con un Spa arricchito da un bel teschietto, che a noi Bombers piacciono tanto.
Strano a crederlo, ma dopo Ciuffo non ci fu più un bel pezzo su questa parete, ora mi pare che sia anche solo spaccata di flop e tags.

Comunque anche questi cessi hanno fatto la loro storia.


 

master Rusty

la Tag più potente di sempre

la Tag più potente di sempre

Erre u esse ti ipsilon
around Bologna , 1989-1994

A rigor di logica era sicuramente la primavera del 1992, poichè l’anno successivo avrebbe avuto luogo la storica Tinte Forti e tante maschere sarebbero cadute; durante una serata illuminata dai lampioni arancioni di via Castiglione, insieme ad alcuni amici tra cui Walter, il mio fedele amico di rullini, un’altro con un bel archivio storico, incrociammo un gruppo di ragazzi all’altezza del Caffè degli Artisti, giusto per restare in tema. Mentre loro risalivano la via verso i già citati Gardens, fu lo stesso Walter, più navigato di me, ad indicarmene uno in particolare; cucciandomi la spalla, senza indicarlo col dito che è da maleducati, mi disse: ” Vee Mò (scusatemi, non ho potuto resistere), quel tipo con gli occhiali è Dado!”. Ecco che finalmente davo un volto a una delle tag più martellanti che si notavano in giro, quella famosissima con i due filetti e il cuore al posto della “O”.
Mi avvicinai con discrezione con lo scopo di carpire info importanti e comunque di vederlo più da vicino, un pò come si fa con gli animali allo Zoo. Ora come ora non ricordo nulla di cosa disse, ne con chi fosse, ma ricordo benissimo quella Passat scura che ad una tratto gli si affiancò; Dado appoggiandosi al finestrino posteriore iniziò a parlare col tipo seduto dietro, poi, mentre l’auto stava per ripartire, la bloccò per un secondo e concluse la questione con un: “bella Rusty, ci becchiamo dopo!”.
Insomma regaz, lì dentro c’era lui, vicinissimo a me ma come un divo sfuggente non riuscivo a vederlo: cazzo quanto ho corso dietro a quell’auto con la speranza di beccarla ferma al semaforo dei viali, ma niente, il guidatore aveva il piede troppo pesante e mi seminò in fretta.
Quella fu la prima volta in cui ebbi un contatto col master Rusty e tutto il resto perse di valore; povero Dado, il suo momento di gloria durò veramente pochi minuti, ma come biasimarmi, lì c’era Rusty, cos’altro avrei dovuto fare?! si sa, il gatto mangia il Topo… Carogna (cit. dello stesso Rusty).

1994, linea Bologna - Ancona con dedica al Topo carogna

1994, linea Bologna – Ancona con dedica al Topo carogna

Quella serata irripetibile finii con l’amaro in bocca, come quando inchiodi una bella ragazza ma non ti porti a casa neanche il suo numero.

Introdurre Rusty forse non ha senso, lui non ha mai avuto bisogno di grandi presentazioni, ci pensava da solo a farsi conoscere e sempre nel modo giusto per un vero writer, con l’azione. A Bologna resta tuttora, dopo quasi 30 anni di attività, il numero uno, quello di cui noi bolognesi continuiamo a stimarci, quello di cui siamo fieri che ci rappresenti. Qui di seguito godetevi un po’ d’ “azione”.

1989, una grande R sempre di un Rusty TCT ai Gardens

1989, una grande R sempre di un Rusty TCT ai Gardens

1989, il famoso Rusty con il deposito di Paperon de Paperoni, nelle pareti della Fabbrika occupata, ancora TCT e fotografato 9 anni dopo.

1989, il famoso Rusty con il deposito di Paperon de Paperoni, nelle pareti della Fabbrika occupata, ancora TCT e fotografato 9 anni dopo.

1991, sotto al ponte della linea Bologna-Milano, in via Agucchi

1991, sotto al ponte della linea Bologna-Milano, in via Agucchi

1991, il primo pezzo sul Ponte Giallo alla Lunetta gamberini (regno di Dado)

1991, il primo pezzo sul Ponte Giallo alla Lunetta gamberini (regno di Dado)

1992, visibile dalla linea Bologna - Milano, vicino a via Agucchi

1992, visibile dalla linea Bologna – Milano, vicino a via Agucchi

1992, sulla palestra della Lunetta Gamberini con tanto di dedica agli amici di Treviso, i pionieri dei treni in italia

1992, sulla palestra della Lunetta Gamberini con tanto di dedica agli amici di Treviso, i pionieri dei treni in italia

1993, un capolavoro di lettering sotto in linea, sotto al ponte di via Stalingrado

1993, un capolavoro di lettering, sotto al ponte di via Stalingrado

Posso dirvi come la vedo io, partendo dal suo nome, con queste 5 lettere, erre U esse ti ipsilon, che in questo preciso ordine ho sempre pensato fossero state creato unicamente per il puro writing, per essere scritte e dipinte sui muri, su più muri possibili. E’ una tag davvero semplice ma incisiva, morbida e tagliente allo stesso tempo, bella da pronunciare e bella da scrivere, al pari (qui oso) di Bando, il King d’Europa.
E’ indubbio che Rusty abbia regnato indiscusso per tutti gli anni ’90, era lo special guest d’obbligo ad ogni jam, almeno se volevi che qualcuno ci andasse; girava con amici del calibro di Sky 4 e Shad di Milano, Mace e Clout di Treviso, Stand di Roma e Eron di Rimini, giusto per citarne alcuni fuori Bologna.

Ma anche lui è stato uno sbarbo come tutti noi, e come tutti noi ha cominciato fotografando quello che gli piaceva, come testimonia il Pioneer nel suo articolo su ACW. Poi ha preso le bombolette in mano e, alla fine degli anni ’80,  ha cominciato a spruzzare senza più smettere, regalandoci capolavori come cita anche Oida 257 nel suo “D come Bologna”: ….un buon lavoro lo fecero anche i più giovani, come Ciuffo, Pixu e la Liceo Artistico Posse, che sebbene fossero più attivi dei writers di oggi, la loro sfida su strada era persa in partenza contro un incessante Rusty, che con “ I Walk Alone” ci ha dato più di quello che ci meritavamo.

1992, I WALK ALONE, piazza Galvani, dietro alla chiesa di San Petronio...scusate se è poco.

1992, I WALK ALONE, piazza Galvani, dietro alla chiesa di San Petronio…scusate se è poco.

Rusty per me ha sempre dispensato sia un’enorme potenza di impatto negli illegali, di fatto i miei preferiti, sia un raffinata evoluzione di intrecci e stile nei legali,  mantenendo costante la sua presenza in città con tags fresche.
Tutti abbiamo preso molto da lui, chi lo stile, chi la tenacia, chi la costanza. Noi Bombers in particolare abbiamo sempre cercato di restituire quel tipo di energia che emanava e dobbiamo ringraziare che non abbia mai amato molto i vagoni, perchè un Rusty su metallo, tagliato per bene alla base come si deve fare sui treni, sarebbe stato troppo anche per noi, una gara persa in partenza e forse le nostre stelle non avrebbero mai brillato.

1991, ai Gardens vicino al "Crime" di Duke-T e Easy 5

1991, ai Gardens vicino al “Crime” di Duke-T e Easy 5

1994, ai Gardens sopra al suo stesso pezzo del 1991

1994, ai Gardens sopra al suo stesso pezzo del 1991

Questo articolo è il regalo di compleanno per il mio gemello Jed, che adora leggermi e adora Rusty. Happy Birthday Bro.
Però ci tengo a dedicarlo anche ai giovani di oggi che si sono un po’ persi. Azzerate un po’ il cervello e ripartire da qui, copiatelo ed evolvete. Dai cazzo! Potete fare di meglio, lo so.


 

Linea – 1° Accesso

Dedical'Isola

Dedical’Isola

Bologna On Line – Il primo varco
fine anni ’80 – primi anni ’90  

Ero ancora minorenne quando cominciai lo shooting compulsivo di tutti i pezzi della linea ferroviaria. Si entrava ancora facile facile da via Ranzani, sotto al vecchio Gasometro, proprio nel punto in cui i binari della suburbana si separano da quelli della tratta Bologna-Ancona/Firenze. Dopo la scuola era il momento ideale per accedervi, mentre tutti erano distratti dal pranzo e nessuno mi notava.

La fama della nostra linea, di cui si narrava lungo tutto lo stivale, andava un po’ oltre la realtà: i muri erano veramente brutti, poco cemento liscio e tanto mattone scuro con delle fughe enormi e completamente incrostato, ma grazie ad un’enorme spinta emotiva i nostri artisti fecero del loro meglio per regalarci dei pezzi storici.

C.M.C by Dayaki & ZeroT-2

C.M.C by Dayaki & ZeroT-2

Il biancone divenne d’obbligo, tranne che per Dayaki che amava molto la potenza dell’argento; il suo Città Zombie e il già citato Alta Tensione sono stati realizzati proprio su queste pareti rosso Bologna, esattamente sul muro della suburbana, ma visibilissimi anche dalla linea principale. La difficoltà a dipingere in questo primo tratto stava anche nel fatto che il muro non era continuo, ma interrotto da colonne invadenti che costringevano i nostri writers a ridurre la propria smania di grandezza. Così, mentre il Pioneer continuava col silver power regalandoci un bellissimo CMC, dipinto assieme all’amico ZeroT-2 in trasferta da Firenze, il giovane Rusty si rimboccava le maniche stendendo litri di cementite, per poi svuotare intere bonze con i suo pannelli coloratissimi quali “DFA”, dedicato alla morte di Freddy Mercury,   “FCE” con un’imponente 3D  e “TRAP” , omaggio ad una delle prime fanze italiane, fatta e stampata dai suoi amici di Milano.

Death from Above by Rusty

Death from Above by Rusty

Trap by Rusty

Trap by Rusty

Camels Posseee by Rusty

Camels Posseee by Rusty

Nel mezzo qualcuno aveva dipinto anche un Joker molto punk e un Ragged di cui non so nulla. Più avanti erano già comparsi il “Dedical’Isola” e uno stranissimo “Love for Indifference” con degli effetti originalissimi, ma qui siamo già nel muro maestro.

Ragged by unknow

Ragged by unknow

Love for Indifference

Love for Indifference

La Linea stava cominciando a prendere forma un blocchetto alla volta, fino a che, con un colpo di genio, Wolf e Shorty  realizzarono un colassale F.C.E. sfruttando tre blocchi interi, uno per ogni lettera, con tanto di puntini sulle tre colonne e…….niente popodimeno che, effetti di crepe.

F.C.E by Shorty & Wolf

F.C.E by Shorty & Wolf

Vi Ricordo che stiamo parlando del 1992! Lo so benissimo che adesso tutti li fate ad occhi chiusi, ma in quegli anni erano veramente avanti e di grande impatto. Really Camels in Effect.

Questo era l’inizo, il primo accesso.
Il meglio stava per essere creato a breve, sempre vicino ai binari ma in altre zone: tutti erano in esplorazione, ma lui ci arrivò per primo.
Lui, che è la parte più imponente di quello che Bologna ha realizzato dopo che qualcun’altro gettò le basi.
I tempi di questi post stanno maturando e il suo momento sta arrivando. Abbiate pazienza, al prossimo mese.


 

Rusty Minato

Rusty Mined

Rusty Mined

Rusty Minato, 1989 circa

Muro di linea sud, Bologna

Facciamo un salto molto avanti fino al 1994. Erano già tre anni che seguivo il movimento del writing italiano, avevo già vissuto “Tinte Forti” ed era da poco finita la prima storica “Indelebile” a Rimini, mi cibavo quotidianamente di fanzine importate e mi bevevo quasi tutto quello che mi raccontavano; giustamente mi sentivo navigato, nella mia cerchia avevo già acquistato una certa reputazione, se non da storico, sicuramente da intenditore del settore.

A settembre stavo andando a Modena a vedere il concerto degli Arrested Development insieme ad una coppia fantastica di amici che avevo conosciuto durante una jam: Rita e Piero, due cuori buoni, che vendevano materiale per il mondo underground, riviste autoprodotte, video introvabili e abbigliamento autoconfezionato; da loro comprai la mia amatissima felpa nera col cappuccio degli Assalti Frontali, l’ho amata più di una donna!.
Quella sera si unì un loro grande amico, tale Fede, simpaticissimo, con un bulbo lunghissimo, da vera cartola. Una gag dietro l’altra, un ragazzo veramente alla mano, proprio da ballotta.
Ricordo benissimo che stavamo camminando tutti assieme verso la Festa dell’Unità quando Fede, continuando a rullarsi qualcosa tra le mani con una pace tutta sua, si rivolse a me domandandomi:
“Mi ha detto Rita che ti piacciono i graffiti?”
Io prontamente:  “Tantissimo, sono anche “amico” di Dayaki, ho già conosciuto Rusty e tutta la SPA, ho incrociato gli FCE e insomma… ormai sono nel giro. Anche a te piacciono Fede?” .
Si intromise subito Rita “Guarda che Fede è uno dei primi d’Italia che fa graffiti!!!!!”.
Momento di Panico! La mia mente cominciò a ragionare a manetta. Li conosco tutti di vista, penso tra me e me, mi mancano solo quei due….
impossibile dai…. vuoi vedere che…
“Davvero? grande Fede! e come ti firmi? Duke-T? Wolf?” erano per l’appunto gli unici due grandi che non avevo ancora visto.
“No, ma li conosco bene. Io ho dipinto con Rusty in linea, abbiamo fatto quei pezzi gigantesti!”
Come direbbe il mio amico Race, dentro la mia testa partii un “Cazzo dici???!!!”  ma fui molto più diplomatico e dissi:
“Guarda Fede, (qui scatta la presunzione del navigato) la linea è il mio pane. Me la sono fatta tutta a piedi un sacco di volte, ho già fotografato tutti i graffiti presenti, li conosco a memoria e so bene chi li ha fatti….(qualcosa infatti non mi tornava)…. quindi, come ti firmi?”
Lui, senza smettere di rullare “hai presente il Rusty Mined?”
“Ma certo che lo conosco (ora il navigato fa pure lo sborone) un gran blockbuster del Rusty, ma quindi?… cosa centra, tu hai dipinto li vicino?”

Si gira, mi guarda con un sorriso e… “Io sono Mined!”

Prendiamoci ora un momento di riflessione regaz e siamo onesti; se facciamo una cernita delle tags e delle crew dell’epoca concorderete con me che eravamo tutti piuttosto invasati con gli americani, ci piaceva sentirci tutti figli di NY. Nel nostro gergo e nelle nostre preferenze, dominava sempre l’inglese, con un riferimento personale magari, ma comunque più potente da scrivere e da pronunciare. Pensiamo a nomi come Flycat, Kay One, Duke-T, Sky four e ancora Damage, Easy Five, lo stesso Rusty, One-Shot….o  a crew come Crime In Action, Pals With Dream, The Damage Kids etc; questo eccesso di Bronx mi portò a tradurre tutto quello che leggevo sui muri e a dargli un significato, a volte forzando un po’ la fantasia.
Ho premesso questo per dirvi che la mia faccia quando Fede mi disse di essere Mined, non fu quella del toy che si trova davanti al king, ma quella di un Nerd che aveva tradotto anche “Rusty mined”, pensando che fosse un’enfatizzazione del nome (come MadSeen o Super Kool), in Rusty minato, che non vuol dire un cazzo, ma a quel tempo vi giuro che era così chiaro e logico!
Va beh, le risate che non ci siamo fatti quella sera…..

Nei giorni a seguire Fede mi invitò da lui e fu quella l’occasione in cui vidi sul soffitto di camera sua il primo pezzo di Dumbo di cui ho parlato in precedenza. Quel pomeriggio non me lo scorderò mai; Mined mi fece “accedere” al suo archivio fotografico stracolmo di pezzi mai visti degli FCE, con tanti puppet di Duke-T di cui non sapevo l’esistenza. Pezzi già cancellati, fatti in giro per Bologna e in diversi centri sociali già sgomberati. Mi fece anche vedere la bozza del libro sui “graffiti” che voleva realizzare, con cover di Duke-t ovviamente. Non ho mai più avuto occasione di tornare in quella stanza, e la cosa più simpatica fu scoprire che dalla sua camera si vedeva la mia: ho sempre avuto davanti agli occhi un maestro senza mai saperlo.


 

Cavallo meccanico

Il Cavallo Meccanico

Il Cavallo Meccanico

DAYAKI, CMC – 1989

PPM8 – Casa occupata a Porta Mascarella _Bologna

Ecco a voi il Pezzo italiano più famoso degli anni 80, quello di cui tutti parlavano; sì, proprio così, perché in quegli anni privi di internet e magazine, i pezzi si conoscevano unicamente attraverso il passaparola… e questo fece in fretta ad arrivare sulla bocca di tutti.
Io non l’ho mai visto con i miei occhi perché sgomberarono e ripulirono casa prima che mi appassionassi alla “parola con la G”, e questa cosa ancora mi pesa.
Anche chi fece questa foto passò a porte già murate, ma perlomeno lo vide dal vero! Io me lo sono immaginato per anni prima di avere tra le mani questa foto e invidiavo chi l’aveva potuto vedere… assurdo a pensarci ma credo che in tanti mi capiranno, o per lo meno quei tanti di cui mi interessa!
Non ho alcuna idea del significato di questo capolavoro, forse l’Indiano rappresenta la Voglia di Libertà che cerca di domare un mondo industriale che ci preferisce costretti, oppressi, ma in fondo chi se ne frega, godetevi lo spettacolo.

Il TCT di un Rusty alle prime armi stona un pochino affianco al capolavoro di Dayaki, mentre la sua tag già trasudava potenza, quella potenza che ci avrebbe abbagliato negli anni a venire…. ma è ancora presto per parlarne.

Buon natale a tutti, spero di avervi fatto un bel regalo. Al prox anno

.

Here’s one of the most famous italian graffiti piece of the 80’s, the One that everyone talked about: yes, that’s right, the Mechanical Horse.
In those years, without internet or magazines, the pieces were known through the word of mouth … and he did this in a hurry to arrive at the mouth of all.
I’ve never seen it with my own eyes, because the squat was closed and cleaned before I started up this passion. I imagined it for years, before I saw the photo of it, and envied those who had been able to see it … isn’t it absurd? No, not for those who lived this passion and know exactly what I’m talking about.
I don’t know what this masterpiece mean, perhaps the Indian represent The Desire for Freedom fighting against an IndustryWorld that that we want to get there, but u don’t give a fuck, enjoy the show.

TCT done by the novice Rusty was a little bit out of place next to the Dayaki’s Masterpiece, while his tag already exuded power, the power that would have dazzled us for the years to come …. but it is still early to talk about it now.

Merry Christmas to all, I hope I have done a nice gift. See you next year

(Thanx Chobin and Leon for Translate)


 

Giardino del Guasto

Skate Tough

Skate Tough

Skate Tough di Dumbo, 1985 o 1986
Giardino del Guasto, zona universitaria, Bologna

Ho anticipato questo post in quanto è notizia recente che a Bologna si stia muovendo qualcuno per salvare un murales di Blu fatto nel 2002, proprio al giardino del Guasto. In quell’articolo captato su facebook , ma citato “nientepopodimenoche” dal Resto del Carlino e dal Corriere di Bologna, si parla addirittura dell’apertura di un crowdfunding per “risanare l’opera”. Che condivida o no quest’iniziativa poco importa, mi preme invece sottolineare che nell’ambiente del writing avremmo preferito in molti che si salvasse questo (veramente) storico “Skate Tough” di Dumbo. Mi riferisco al vero Dumbo, quello Originale, il primo di sempre a usare questa tag; da non confondere col bomber milanese che è arrivato decenni dopo e avrebbe potuto usare la cortesia di metterci un bel 2 alla fine del suo fake.

Lo Skate Tough è l’unico e solo valore aggiunto di tutto il giardino del Guasto. Questo rappresenta veramente uno dei primi graffiti di Bologna, di grande valore storico indubbiamente, dipinto con le poche bombolette marce che si potevano reperire all’epoca, con tappi originali e riempimenti multipli per contrastare l’assorbimento del cemento grezzo.

Rampa di accesso al giardino

Rampa di accesso al giardino

La prima volta che vidi questo graffito fu all’interno del libro “Graffiti metropolitani. Arte sui muri della città” che comprai nel lontano 1991, la mia prima bibbia, perlomeno fino all’anno seguente, quando mio babbo mi portò da NY l’introvabile Spraycan Art seguito a breve dal capolavoro Subway Art!
Ci misi un po’ di tempo a scoprire dove fosse questo graffito perchè avevo pochi contatti all’epoca e il giardino, nonostante sia in pieno centro a Bologna, è abbastanza nascoto. Trovata l’info, mi organizzai quindi per andarlo a fotografare una mattina presto, molto presto, giusto per evitare tutti i tossici che si bucavano regolarmente nascosti tra le collinette di cemento. Lo spettacolo che mi si presentò una volta varcata la salita del Guasto fu molto emozionante; attorno al pezzo di Dumbo erano già spuntate, come funghi, decine di scritte di giovanissimi writers carichi di passione. Ho fotografato l’intera murata perimetrale senza neanche capire cosa avessero scritto, scattavo e scattavo muovendomi lateralmente già pensando a quante foto avrei dovuto attaccare con lo scotch per ricrearne l’effetto; ma io ero lì per altro, ero lì per lui, per il suo “piece” che dominava tutto il parco dalla parete migliore, quella che si prende sempre chi arriva per primo.

Panoramica del giardino del Guasto

Panoramica del giardino del Guasto


Nonostante il volume edito da Costa & Nolan dati lo Skate Tough nel 1987, secondo me risale a qualche anno prima, al ’85 o ’86, anni in cui il nostro pionieristico writer girava solo soletto per Bologna inventandosi tutto quello che noi poi abbiamo preso ad esempio o copiato.
Per me questo resterà sempre il suo primo vero pezzo, con la sua prima tag, il suo primo puppet, anche se so che la prima volta che usò gli spray fu per fare il soffitto in camera di Mined; ma avete già capito che i legali non sono molto apprezzati da noi Bombers.


 

Stop al Panico pieces

Hip Hop

Hip Hop

Hip Hop di Rio e Jaiaco, STV, 1991
Sub-ponte di via Libia, lato OVEST, Bologna

Per prima cosa ammetto che non sono certo se fosse Jaiaco o Halo ma, siccome per 25 anni sono stato convinto di questo nome, finché non me lo smentiscono resterà Jaiaco.
Ad oggi non so ancora nulla di questi due “graffittari”, non ho mai visto né saputo di altri pezzi fatti da loro; che fossero delle meteore oppure no, questo Hip Hop dedicato al rivoluzionario Stop al Panico dell’ Isola Posse All Star, resterà certamente il loro masterpiece e gli faccio i complimenti ora.

Mai avrei pensato che sarebbe stato proprio il mio gemello JED  a correggermi e rivelarmi a distanza di 25 anni che la tag di Jaiaco è da leggersi CATALO, chiamato così dai suoi amici come pura e semplice abbreviazione del cognome. Che cazzo di storia! Come ho detto a lui però, concedetemelo, Jaiaco spaccherebbe!!

Siamo nel 1991, l’INK è già stata sgomberata ma la sua Posse di punta è in full effect; il vinile rosa e blu con grafica di Dayaki vende di brutto e fa notizia. L’underground bolognese e non solo comincia a cantarlo per strada, il disco si esaurisce e va in ristampa (io infatti mi becco una seconda edizione), tutti lo vogliono e tutti lo imparano a memoria, lo urlano durante le manifestazioni studentesche, diventa a sorpresa un nuovo capitolo di Bologna; ancora adesso se inciti uno “STOP, STOP, STOP…” ti viene sempre risposto “…stop AL PANICO, PANICO“.

Cover del vinile "Stop al Panico"

Cover del vinile “Stop al Panico”

Questa murata celebra con entusiasmo il fermento che si respirava in quegli anni, mentre a livello storico vi dico che questo è il primo graffito apparso sulla parete del Cavallazzi, la Hall of Fame più famosa di Bologna, teatro della storica Jam “Tinte Forti” del 1993; ovviamente, quando lo pittarono Rio e Jaiaco, seguendo la consuetudine bolognese del tempo, era completamente illegale… e la quotazione sale.
Divinia la “O” col punto al centro in entrambe le tags, segno di appartenenza all’Isola.
Il Puppet rifinito con tappini skinny, sicuramente homemade, col suo Ghetto Blaster in spalla era la massima espressione di quello che noi italiani percepivamo della parola “Hip Hop” e si sposa benissimo col lettering del periodo.
Mi ricordo ancora benissimo la parete intonsa e levigata del ponte con questa macchia di colore al centro… emozioni d’altri tempi!!
Voglio un gran bene a questo pezzo e ancora mi stupisce che due “sconosciuti” al loro primo tentativo spaccarono così tanto, soprattutto adesso dove le nuove leve sembrano degli handicappati.  Poi un domani scoprirò che erano due writers navigati del south bronx di passaggio a Bologna, ma la vedo grigia.

Stop al Panico

Stop al Panico

Più imboscato, ma sempre illegale come piace a noi, comparve nello stesso periodo l’enorme “Stop al Panico” di Wolf, Rusty e Kermit; carico di bianco per risaltare all’ombra del sottopassaggio di via Zago, sottolineava ancora una volta il forte legame writing-centro sociale, un legame alimentato dalla voglia di qualcosa di diverso, alimentato da un “Fuck the system” inteso come “fanculo le regole del sistema, lasciateci respirare, lasciateci creare, non ci piacciono gli spazi che VOI avete deciso per NOI, vogliamo i nostri e ce li pigliamo”: quanta energia c’era allora, energia positiva e soprattutto creativa.


 

Crime

 

Crime by Duke-T & Easy 5

Crime by Duke-T & Easy 5

DUKE-T and EASY 5, 1989
Giardini Margherita, Bologna

Still Three, Duke Three!

Rieccolo a voi, direttamente dai Gardens, il grande Duca di Bologna con questo pezzo duro e incazzato, come ci piaceva in quegli anni di “writing from da Bronx”.
Pistola in pugno,  Basket shoe con mega linguetta celebrativa (D) , sguardo cattivo pronto per il “crime”.
Veramente grandioso!  Ancora adesso adoro la posizione del puppet con gomito a punta e gamba che calcia la scritta, troppo dinamico; le scariche elettriche per riempire lo sfondo erano d’obbligo, per enfatizzare il tutto, assieme alla scelta dei colori aspri ed acidi dello sfondo.

Puppet detail

Puppet detail

Questo pezzo è stato fatto sul muro di punta dei nostri Giardini Margherita , appunto i Gardens per tutti noi giovani bolognesi, una di quelle rare location dove di notte riuscivi a pittare abbastanza tranquillo e illuminato, ma pur sempre in illegale, quindi con la giusta dose di adrenalina per tirare fuori il meglio di se stessi.

Ve lo ribadisco, Duke-T era sulla strada per diventare uno dei migliori d’Italia, forse il nostro Mode 2, già in linea coi CMC, dirty come Kaos, certamente meglio dei vari “mercy for the others” di Rendo e TDK patinati di via Pontano: la potenza si dimostrava e si dimostra sempre in illegale, se vuoi giocare al graffitaro!

The Skull by Duke-T

The Skull by Duke-T

Il teschio era sullo stessa parete, a conclusione del tutto, perché i Gardens erano il territorio degli FCE, e loro lo segnavano così. Da notare il cuore in mezzo alla tag, che potrebbe mettere in discussione l’originalità della tag di Dado…. o magari è solo un 3 rovesciato.


 

S.O.S.

Come vi avevo promesso ecco i due pezzi storici del duo Dayaki & Shan-R:

3 D INK

3 D INK

DART & SHAN-R , SOS crew, 1989
Via Indipendenza, Bologna Centro, all’altezza della fu Isola nel Kantiere

Questo 3D, che celebrava una Tre Giorni di eventi, concerti e incontri contro l’imminente sgombero dell’Isola nel Kantiere, è rimasto per oltre un decennio a metà di via Indipendenza, in pieno centro a Bologna. Il locale rimase anche sfitto per anni, quindi con la serranda sempre abbassata e il pezzo ben in evidenza, visibile 24 ore su 24 nella via più trafficata della city, un sogno per tutti i writers. Dart e Shan-R lo realizzarono in una delle tre notti dell’evento e alla fine di tutto restò per molti anni l’unica testimonianza dell’Isola.  “Il bboy semi meccanico con l’orologio metteva insieme l’estetica hip-hop con quella degli Autocostruttori e dei Mutoidi. Era tutta una grande famiglia con molti linguaggi al suo interno. Durante l’Ink3d diventarono un tutt’uno.” (cit. Dayaki)

 

Mai più Razzismo

Mai più Razzismo

DAYAKI CMC, TDS & SHAN-R, 1990
P.zza Vittorio Puntoni, Bologna

Il più amato e il più “famoso”  fu certamente  “Mai più razzismo”, piazzato davanti all’Accademia di Belle Arti, al centro di una vasta zona universitaria, visitato da migliaia di studenti fuori sede che l’avranno fotografato e portato in giro per l’Italia. Qui  Shan-R fece forse più il palo che l’autore, ma sicuramente “c’era anche lui”. La scelta di Dayaki di fare la donna di colore protrebbe essere un omaggio all’amico Zero-T2, un Robert De Niro nostrano. Mi piace credere che la pessima decisione del Comune di ripulirlo, dopo 10-15 anni di gloria, fu il Motivo di rottura che diede il via libera allo street-bombing più cattivo e animato di sempre: a Bologna, difatti, c’è sempre stato un tacito-equilibrio per il quale i “volgarmente detti graffiti” venivano risparmiati in certe zone,  dove possiamo dire che si inserivano armoniosamente nel contesto urbano e i writers di contempo se ne stavano molto in periferia. Poi a qualche assessore, evidentemente avvelenato per una tag sul suo “fottutogarage”, non andò più bene e diede il via a un cieco Buffing, “per una città più pulita”; a questo punto i writers, privati dei loro muri di gloria, risposero a modo loro, e sappiamo tutti che i writers sono di POCHE parole ma di TANTE azioni. Peccato, soprattutto per voi che non l’avete mai visto dal vero. La cosa che mi ha fatto più emozionare di questo pezzo è la piccola tag in basso a destra: ” TDS”, proprio la The Death Squad del Bronx che vedevo su Spraycan Art e Subway Art; in questa occasione scoprì che Dayaki ne era un membro, in maniera forse poco sentita dal Pioneer stesso, ma era una gran figata lo stesso. “I pezzi parlano!!, se li sai ascoltare”

 

 

Syndacate of Style

Syndacate of Style

DART & SHAN-R , SOS crew, 1989
su qualche serranda del centro di Bologna

Ultima chicca, trovato per caso mentre spolveravo gli altri due, è un potentissimo SOS, Syndacate of Style, by Dayaki e sicuramente Shan-R, fatto nel lontano 1989. Questo pezzo io non l’ho mai visto, infatti la foto devo averla rubata a qualcuno, e me la tengo stretta. C’è anche una tag in fase sperimentale di qualcuno che conosciato tutti.


 

Power Move

Power Move by E-330

Power Move by E-330

Shan-R, E-330, SPA, TCT, SOS
Bologna anni ’80 e ’90

Sono sempre state le scuole d’arte e di grafica le culle dei writers in erba, dove si potevano carpire info importanti e conoscere persone attive; io invece, da puro nerd, frequentavo il classico, il pesantissimo Galvani dove isolato da tutti credevo almeno di essere il primo a professare e sostenere questa nuova cultura emergente* ( *per noi italiani). Una mattina invece, mentre cazzeggiavo nei bagni, ecco che in mezzo ai soliti porno-scarabocchi da cesso scolastico, beccai un grandioso Shan-R, in marker a scalpello nero, posizionato strategicamente molto in alto, la dove i bidelli faticano a pulire: quel bagno divenne la mia nuova mecca! Shan-R , per chi non lo sapesse, era un vero braccio destro del Pioneer, per alcuni versi anche più intimo di ZeroT, certamente non un subalterno come Magma o Mined. Lui e Dayaki dipingevano assieme, rappavano assieme, sognavano assieme: uno dei grandi di Bologna, e forse anche d’Italia, era nella mia scuola! Fantastico, avrei avuto finalmente il mio contatto per un ingresso in pompa magna tra i migliori. Ma chi era? Che classe frequentava? Come era fatto? Cerca cerca ma non trovai un cazzo; questo perché Shan-R ha cinque anni più di me e quando io sono entrato lui è uscito! Fuck .
Nonostante tutto è ancora  motivo di vanto per me aver fatto la sua stessa scuola; writers from classico sono ancora rari.
Col passare degli anni incontrai Shan-R solo sotto forma di Deda, quando ormai i nostri interessi avevano preso strade diverse e non lo “impezzai” mai.

The art and graphic schools have always been the cradles of writers that had just started, here they could extort important information and meet active writers ; me instead, like a pure nerd , attended the classic school, the scary Galvani where isolated from everyone I thought I was the first to profess and support this new emerging culture * (* for us Italians). One morning, however, while I was fuckin around in the bathrooms, right in middle of the usual porn-scribbles in the school toilet, i spotted a great Shan-R tag, with a black marker done with a chisel, strategically located very high up, where the janitors struggle to clean:that bathroom became my new mecca! Shan-R , for those unaware, true right arm of the Pioneer, in some ways more intimate than ZeroT, certainly not as a subordinate of Magma or Mined. He and Dayak painted together, freestyled together, dreamed together: one of the greatest of Bologna, and perhaps of Italy, in my school! Great, I finally had my contact for entry in first class among the best. But who was he? What class? what did he look like? I Search and search again but did not find him; because this because Shan-R was five years older than me and when I entered he came out! Fuck.
Although everything is still a source of pride for me to have done the same school;because classical school writers are still rare.
Over the years I met Shan-R only as Deda, by this time our interests had taken different paths and I never had the chance to ask him anything.

Il suo aka mi affascinò da subito, era tagliente, potente da pronunciare e con il trattino prima della R rasentava l’eccesso in quei fine anni ottanta; ma allo stesso tempo era uno scoglio insormontabile, non capivo da dove fosse uscito quel nome. Ho cercato sul vocabolario di inglese, greco e latino, ma niente! L’ho anagrammato in tutti i modi, ma non ne uscivo. Perché aveva scelto quel nome? che senso aveva? cosa si nascondeva dietro? ero troppo curioso. Alla fine ho ceduto e ho dovuto chiedere in giro e scoprire che è una tag di fantasia ispirata a un romanzo anch’esso di fantasia: La Spada di Shannara!

His aka fascinated me from the beginning, it was sharp, powerful to pronounce and with the dash before the R bordered in excess in those late eighties; but at the same time it was an insurmountable obstacle, I did not understand where that name came out. I searched on the english vocabulary, Latin and greek, but nothing! I analized it in every way, but I couldt figured it out. Why he had chosen that name ? what was the point? what was behind? I was too curious. I finally gave in and had to ask around and finally found out that it was a fantasy name inspired by a fantasy book: The Sword of Shannara!

Copertina di "La Spada di Shannara"

Copertina di “La Spada di Shannara”

Che ci crediate o no, per lui che era il mio mito del momento, comprai e lessi l’intero libro, un bel tomo: ricordo ancora i personaggi più belli della saga, Shea Ohmsford, Allanon, Panamon Creel, Orl Fane; per mesi fui tentato di usarli come aka, ma dopo mesi di tagging in casa decisi di tenermi il mio nome di ghiaccio.

Believe it or not, he was my hero at the time, I bought and read the entire book, a beautiful story: I still remember the most beautiful characters in the saga, Ohmsford Shea, Allanon, Panamon Creel, Orl Fane; for months I was tempted to use them as aka, but after months of tagging at home I decided to keep my “ICE” name .

Questo Power Move credo che fosse il suo primo pezzo. Un’esplosione di colori lungo la linea ferroviaria, esattamente in Sub San Donato, certamente arricchito con qualche Malibu rubata da Palombo, riempito come insegnavano i “veterani” tedeschi del Flohmarkt; dipinto assieme al Rusty, fu siglato E-330, una temporary crew che durò poco per poi lasciare spazio alla SPA, forse non la stessa crew che conoscete tutti, ma certamente ne fu l’incipit.

I think This Power Move was his first piece. An explosion of colors on the railway line, exactly at Sub San Donato, certainly enriched with some Malibu cans stolen from Palombo, filled as taught by the veterans of the German Flohmarkt; painted along with Rusty, was signed E-330, a temporary crew that did not last long wich then gived way to the SPA, maybe not the same crew that all know, but certainly it was is the beginning.

Dart by Dart e Gone Mad by Shan-R

Dart by Dart e Gone Mad by Shan-R

In Gone Mad si può vedere la scritta SPA già attiva alla fine degli 80, in un pezzato fatto col Pioneer ai giardini margherita di Bologna. Che tempi. Il King One qui aveva già cominciato la sua “evoluzione dei nomi”, e optò per un Dart, semplice ma pungente in quegli anni di lotte culturali e sociali. Ora vi ho introdotto Shan-R, poi vi mostrerò i pezzi più famosi che ha fatto con Dayaki, sia per stile ma soprattutto per posizione strategica!
Al prossimo mese.

In Gone Mad you can see the SPA tag,already active at the end of 80’s, in a master piece done with the Pioneer at the Margherita Gardens in Bologna. The good old days!. The King One here had already begun his “evolution of names”, and opted for Dart, simple but stinging in those years of cultural and social struggles.
Now that I have introduced Shan-R, I will show you the most famous pieces he made with Dayaki, for the style but also for the strategic location!
see you next month..

(Thanx Leon for translate)


 

Alta Tensione

Alta Tensione by Cosa Crew

Alta Tensione by Cosa Crew

ALTA TENSIONE by
DAYAKI, MAGMA, MINED – Cosa Crew – in the middle of ‘80
Muro in Linea, Bologna Sud

Questo possiamo considerarlo il Secondo pezzo della mitica linea ferroviaria di Bologna, a una settimana di distanza da “Città Zombie” , considerato il “First One”. 
Sicuramente più stiloso del primo, quando io lo fotografai era già bello consumato, ma sempre potente.
Qua si usarono sicuramente skinny fatti a mano con ago e accendino; lo stile era quello tedesco di Loomit, ma chi cazzo lo sapeva ai tempi!
I regaz della “mai nata” Cosa Crew si beccarono comunque un bel applauso di gruppo, anche se dietro a un grande progetto, si sa, ci sono sempre degli schiavi sfruttati… si narra infatti che il Pioneer dettasse il lettering e lo stile, mentre Mined e Magma venivano usati solo per riempire! (sicuramente anche per dare il biancone la sera prima, mentre qualcun’altro sketchava il progetto al calduccio). 
Ecco perché Dayaki era considerato il King, o forse meglio il Tiranno!!

Per onor di storia, in realtà Dayaki partecipò alla stesura del biancone e fu più clemente con le due M, che motivava come fa un buon Maestro con i suoi allievi più talentuosi. Ma la mia romanzata resta. ILU

It seems that this was the first piece of the legendary railway line Bologna.
 I photographed him when he was already consumed, but always powerful.
 Here the guys used certainly homemade skinny, the style come from München, Loomit for sure, but who the hell knew it at the time …. the guys of “the unborn” Cosa Crewt is pecked still a nice round of applause to the group, even if behind a big project, you know, there are always the slaves exploited… it is said that the Pioneer dictate the lettering and style, while Mined and Magma were used just to fill!
 That’s why Dayaki was considered the King, or perhaps better the Tyrant!


 

Dayaki Rimesse

Dayaki CMC - TDS

Still da KingZ – Dayaki CMC

DAYAKI, CMC 1988
Suburbana line – Bologna

ZERO BIANCONE…
….qui si dipingeva ancora direttamente sul muro grezzo!
Gran pezzo del Pioneer, pura scuola tedesca , d’altronde lui è uno dei pochi italiani che vide il Flohmarkt negli anni di massimo splendore (anche se tornò senza foto, porca tr*ia). Cowboy69 docet.

ZERO WHITEWASH
….from the time when people painting on rough wall directly.
Great piece of The Pioneer, pure German style, the only one I know that saw the Flohmarkt in full effect (but he come back without photo, Holy Sh*t). Cowboy69 Docet

segue…       follow…


 

DON’T GIVE UP THA FIGHT!!

DON’T GIVE UP THA FIGHT!!

DUKE-T, EASY5 and the Amazing MINED in the end of ‘80
Suburbana line, Bologna

L’emozione che provai quando beccai questo pezzo fu fantastica, 
ancora la ricordo con gioia e tantissime furono le volte che tornai a rivederlo.
Credo fosse il 1993; erano già alcuni anni che vagavo in motorino per Bologna alla ricerca di graffiti e avevo già sviluppato l’intuito da writers, lo stesso che si usa per fiutare una yard buona!
Quando capitai in via Scandellara, che affianca la Suburbana, e realizzai che la linea si incrociava con la tangenziale, l’equazione MURO PONTE + LINEA TRENO non poteva che RESTITUIRMI il valore PEZZO! 
e difatti… ma soprattutto… quanto spacca!!?? 
Fino a quel momento i puppet con la pistola e la fibbia personalizzata li avevo visti solo su Spraycan Art 
e On the Run… mentre adesso lo potevo vedere in scala 1:1 e anche toccare.
Un pezzo completo, in puro stile von München MA valorizzato dal fatto che, a differenza del Flohmarkt, questo era al 100% illegale, sicuramente un classico Bologna By Night. (info appena smentitami da Shoorty_FCE che era presente all’impresa come spettatore e si ricorda benissimo che pittavano di giorno).
Ancora oggi ammetto che non ho capito cosa ci fosse scritto, ipotizzo un MBCE, ma questo non ha una grande importanza; qui si testimoniava ancora una volta la grandezza di Duke-T! 
E questa volta a lavorare col duca non c’era solo Easy5; guardate un po’ la tag di fianco alla “Flygirl”? 
La leggete? 
emme…I..enne…e….Di…, MINED??  
chi è Mined?  
Cazzo, ve lo dirò in un altro post, per ora continuo a ghignarmela pensando a come lo conobbi!!



The emotion that i feel when i see that piece for the first time was very hard! 
I come back so many times for see again it.
I think was the 1993; from many years I went around my city looking for walls with graffiti and I had already expand the intuition of writers, the same that is used to sniff out a good yard!
 When I stumbled on Scandellara street, which go parallels the Suburbana, and I realized that the line was crossed with the highway, the equation WALL BRIDGE  + TRAIN LINE  could not give me the value PIECE! 
and in fact … but above all … the splits!?
Until that day i saw puppet with gun and with custom buckle only on Spraycan Art book or On the Run mag… now i see it 1:1 scale!!
 Finally a complete piece, in pure München style; but unlike the Flohmarkt walls, this piece was 100% illegal!! 
This piece represent once again the greatness and the power of Duke-T!
 And this time to work with the duke was not the only Easy5; look the tag near the “Flygirl”, do u read it? em..en..i..en to..d! MINED?
don’t u know Mined? 
who was Mined??  WELL, I WILL SAY ON THE NEXT POST, WHEN I WILL END TO SMILE!


 

DUKE-T & EASY5, maybe ‘89 or ‘90

puppet at Gardens

puppet at Gardens

DUKE-T & EASY5, maybe ‘89 or ‘90
Bologna, Giardini Margherita

Se vi state chiedendo chi siano Duke-T ed Easy5, allora siete veramente troppo giovani. 
Qui si parla di vecchia scuola italiana, before ‘90. 
Qui parliamo dei grandi ….F.C.E.; state cominciando a farvi un’idea?
 Rammentate il Blockbuster in linea a Bologna?? 
Il vinile “Slega la Lega” vi dice nulla? 
Cmq loro hanno fatto storia a Bologna a cavallo del 1990, dentro e fuori i centri sociali, INK, porta Mascarella e Livello 57 (quello originale di via dello Scalo).
Posso dirvi che in quegli anni a fare puppet erano veramente in pochi; oltre a Dayaki, sicuramente ZeroT2 a Firenze, Damage ad Ancona e forse il Kay-One a Milano (e va bene anche il Rendo).
Sta di fatto che DukeT, oltre a una nome potente, aveva anche dello stile da vendere e se non fosse stato selezionato per una scuola figa di NY, avrebbe certamente messo in ombra tutti gli altri puppettari! 
Di questo ne sono certo!

If you are thinking who the fuck are Duke-T and Easy5… well, you are probably too young!
 We are talking about the real italian old school, before the 90s.
 We are talking of a big name here: FCE, is something moving in your memories now?
 Remember the trackline blockbuster in Bologna? 
Does the “Slega la Lega” vinyl tells you anything?
 Anyway, they wrote history in Bologna during 1990, they painted in and out the of the squats like INK, Porta Mascarella and Livello 57 (the first one was in Via dello Scalo back in those days).
I can tell you that only a few writers where able to draw good puppets in those days, I guess there was Dayaki, Zero-T in Florence, Damage in Ancona and Kay-One in Milan (ok, Rendo was a good puppet writer too). Well, Duke-T had great style beside a fucking cool name and if a premium design school in NY wouldn’t of selected him, I think he would of become the best puppet styler of Italy!

(Thanx Chobin for Translate)


 

Wolf_FCE

wolf_fce

WOLF_FCE, 1992
Viale Oriani sul Muro della Banca, 100% illegale, Bologna

Subito dopo il Pioneer è d’obbligo cominciare con questo block di Wolf, che è il 1° pezzo che ho fotografato nella mia vita, pezzo che vedevo tutti i giorni lungo la strada per la andare al liceo.

Immediately after the Pioneer is important for me start with this block of Wolf, which is the first piece that I photographed in my life, piece that I saw every day on the way to school.

Nota: Wolf e il mitico Duke-T sono gli unici due writers bolognesi che non ho neanche mai visto. Assurdo.


 

The Pioneer

pioneer_940

My first idol, THE ITALIAN PIONEER, DAYAKI_CMC
Bologna, Tinte Forti, 1993

Ho nascosto la faccia solo perchè se vede la foto originale online poi mi spacca i maroni!
I hid his face just because if he sees the original photo online then break my balls!!