Rusty Minato

Rusty Mined

Rusty Mined

Rusty Minato, 1989 circa

Muro di linea sud, Bologna

Facciamo un salto molto avanti fino al 1994. Erano già tre anni che seguivo il movimento del writing italiano, avevo già vissuto “Tinte Forti” ed era da poco finita la prima storica “Indelebile” a Rimini, mi cibavo quotidianamente di fanzine importate e mi bevevo quasi tutto quello che mi raccontavano; giustamente mi sentivo navigato, nella mia cerchia avevo già acquistato una certa reputazione, se non da storico, sicuramente da intenditore del settore.

A settembre stavo andando a Modena a vedere il concerto degli Arrested Development insieme ad una coppia fantastica di amici che avevo conosciuto durante una jam: Rita e Piero, due cuori buoni, che vendevano materiale per il mondo underground, riviste autoprodotte, video introvabili e abbigliamento autoconfezionato; da loro comprai la mia amatissima felpa nera col cappuccio degli Assalti Frontali, l’ho amata più di una donna!.
Quella sera si unì un loro grande amico, tale Fede, simpaticissimo, con un bulbo lunghissimo, da vera cartola. Una gag dietro l’altra, un ragazzo veramente alla mano, proprio da ballotta.
Ricordo benissimo che stavamo camminando tutti assieme verso la Festa dell’Unità quando Fede, continuando a rullarsi qualcosa tra le mani con una pace tutta sua, si rivolse a me domandandomi:
“Mi ha detto Rita che ti piacciono i graffiti?”
Io prontamente:  “Tantissimo, sono anche “amico” di Dayaki, ho già conosciuto Rusty e tutta la SPA, ho incrociato gli FCE e insomma… ormai sono nel giro. Anche a te piacciono Fede?” .
Si intromise subito Rita “Guarda che Fede è uno dei primi d’Italia che fa graffiti!!!!!”.
Momento di Panico! La mia mente cominciò a ragionare a manetta. Li conosco tutti di vista, penso tra me e me, mi mancano solo quei due….
impossibile dai…. vuoi vedere che…
“Davvero? grande Fede! e come ti firmi? Duke-T? Wolf?” erano per l’appunto gli unici due grandi che non avevo ancora visto.
“No, ma li conosco bene. Io ho dipinto con Rusty in linea, abbiamo fatto quei pezzi gigantesti!”
Come direbbe il mio amico Race, dentro la mia testa partii un “Cazzo dici???!!!”  ma fui molto più diplomatico e dissi:
“Guarda Fede, (qui scatta la presunzione del navigato) la linea è il mio pane. Me la sono fatta tutta a piedi un sacco di volte, ho già fotografato tutti i graffiti presenti, li conosco a memoria e so bene chi li ha fatti….(qualcosa infatti non mi tornava)…. quindi, come ti firmi?”
Lui, senza smettere di rullare “hai presente il Rusty Mined?”
“Ma certo che lo conosco (ora il navigato fa pure lo sborone) un gran blockbuster del Rusty, ma quindi?… cosa centra, tu hai dipinto li vicino?”

Si gira, mi guarda con un sorriso e… “Io sono Mined!”

Prendiamoci ora un momento di riflessione regaz e siamo onesti; se facciamo una cernita delle tags e delle crew dell’epoca concorderete con me che eravamo tutti piuttosto invasati con gli americani, ci piaceva sentirci tutti figli di NY. Nel nostro gergo e nelle nostre preferenze, dominava sempre l’inglese, con un riferimento personale magari, ma comunque più potente da scrivere e da pronunciare. Pensiamo a nomi come Flycat, Kay One, Duke-T, Sky four e ancora Damage, Easy Five, lo stesso Rusty, One-Shot….o  a crew come Crime In Action, Pals With Dream, The Damage Kids etc; questo eccesso di Bronx mi portò a tradurre tutto quello che leggevo sui muri e a dargli un significato, a volte forzando un po’ la fantasia.
Ho premesso questo per dirvi che la mia faccia quando Fede mi disse di essere Mined, non fu quella del toy che si trova davanti al king, ma quella di un Nerd che aveva tradotto anche “Rusty mined”, pensando che fosse un’enfatizzazione del nome (come MadSeen o Super Kool), in Rusty minato, che non vuol dire un cazzo, ma a quel tempo vi giuro che era così chiaro e logico!
Va beh, le risate che non ci siamo fatti quella sera…..

Nei giorni a seguire Fede mi invitò da lui e fu quella l’occasione in cui vidi sul soffitto di camera sua il primo pezzo di Dumbo di cui ho parlato in precedenza. Quel pomeriggio non me lo scorderò mai; Mined mi fece “accedere” al suo archivio fotografico stracolmo di pezzi mai visti degli FCE, con tanti puppet di Duke-T di cui non sapevo l’esistenza. Pezzi già cancellati, fatti in giro per Bologna e in diversi centri sociali già sgomberati. Mi fece anche vedere la bozza del libro sui “graffiti” che voleva realizzare, con cover di Duke-t ovviamente. Non ho mai più avuto occasione di tornare in quella stanza, e la cosa più simpatica fu scoprire che dalla sua camera si vedeva la mia: ho sempre avuto davanti agli occhi un maestro senza mai saperlo.


 

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