Vamos a la Playa. Rimini anni ’90

38 Squad by OneArt

Quando arriva il caldo noi bolognesi siamo soliti spostarci sulla riviera Romagnola, e oggi vi porto con me.
Se  vi dico “Rimini”, voi a cosa pensate?

  • Eron? 
    • Macché! Certamente lui è un mostro di bravura, ma siete troppo scontati e prevedibili. Ritentiamo.
  • One Art?
    • Bona lè! Basta con Jessie, andate oltre.
  • 38 Squad? 
    • …tipo la foto che ho messo in copertina? Vi piace vincere facile?! Sbagliato ancora.
  • Indelebile?
    • Dai cazzo, No!…e ancora No. Ma vivete il writing solo su Instagram?

Dai ragazzi, se negli anni ’90 respiravi il movimento hip hop italiano e si parlava di Rimini, poteva venirti in mente una cosa sola. Forza! Ritentate!

  • Cellophane? 
    • Ok, …ci sta  …lo vedremo, ma siete ancora fuori strada.
  • Le serate del Barcelona? 
    • Ma mi tirate fuori un’altra disco?? Allora, ce la fate o no? 
  • Lego? 
    • Ahahahaha, spero vi riferiate ai vostri giochi da Toys?? Ahahaha. Ma smettetela.

Ma siete degli uomini o dei nerds? (detto da me suona un po’ strano).

Facciamo così: ve la do io la soluzione, copia-incollando le mie chiacchiere con uno che ne sa, uno che nei primi anni 90 faceva già del gran cash spacciandovi Sparvar, tappini e magliette, il mio gemello Jed. Ero a cena a casa sua qualche sera fa e mentre parlavamo delle solite minchiate, tipo Troie, Treni e Tortellini, gli ho accennato che avrei scritto un post su Rimini.
Lui subito si è voltato verso di me, con il sorriso e gli occhi illuminati e mi ha risposto nell’unico modo possibile:

“Rimini? Soccia, ma te la ricordi ROSE? Quanto era figa, con quelle treccine e quelle labbra carnose!!!”

Ecco regaz, d’ora in poi, se qualcuno vi dice Rimini, mi aspetto che voi rispondiate “ROSE”, e basta! 

In quei primi anni novanta per conoscere writers e intercettare news su nuovi pezzi, fanze e quant’altro potesse soddisfare la nostra sete di hip-hop, io e i miei amici frequentavamo i centri sociali e le poche jam o conventions che erano pubblicizzate con volantini consegnati a mano.

In quegli ambienti c’erano già poche ragazze e quelle che incontravi sposavano sempre uno stile cupo e poco curato, con kefiah al collo, maglioni verde marcio o rosso mattone, tute scialbe alternate a jeans dozzinali, e se da un lato evitavano le ballerine antisesso, dall’altro le loro clarks e i loro anfibi sporchi non erano poi tanto meglio.    

Finché non arrivò lei, la ROSE, che cambiò la visione che avevamo delle ragazze “alternative”. Bella e colorata come le Flygirls dei video americani, sneakers curatissime ai piedi, orecchini grandi ai lobi, occhi truccati alla perfezione, abbigliamento Stussy e Slam Jam, treccine afro, sempre sorridente e dolcissima…. e soprattutto dipingeva!!!

Eccola la Rose in tutto il suo splendore.
1993_Bologna centro, via Indipendenza nei pressi del monumento a Garibaldi.

La prima volta che beccai Rose fu nel 1993, ad una graffiti session su pannelli in pieno centro a Bologna, davanti alla “fu Isola nel Kantiere”. Quella volta c’erano altre due ragazze, Circe e Cora, che furono completamente ignorate per colpa sua: tutti gli occhi erano puntati su di lei. Noi tutti eravamo affascinati da questa bellezza con la bomboletta in mano.

Local writers at work in via Indipendenza. Si intravede appena la Rose sotto al braccio del Pioneer. Bologna centro 1993.

Lo stesso anno la rividi a Tinte Forti, dove venne con Eron e il suo compagno di crew Reoh. Per la prima volta i grandi Kings delle Jam avevano perso la luce dei riflettori tra noi followers: le attenzioni erano tutte per la bella Rose.

K-Rimini di Eron durante Tinte Forti 1993. Non si vede Rose, ma so che questo scatto vi piacerà lo stesso.

 

L’inverno successivo mi invitarono ad una jam battle a Gambettola, in piena Romagna, organizzata dai alcuni ragazzi simpaticissimi di cui non ricordo i nomi. 

Ci andai con un mio compagno di classe, Doit; eravamo gli unici bolognesi in mezzo a centinaia di romagnoli accorsi da Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini per ammirare il loro idolo Eron, che arrivò con Reoh e, per mia grande gioia, anche con Rose. Questa volta, dato che condividevamo “l’area privè” riuscì ad impezzarla di brutto, mentre il pubblico romagnolo poteva solo rosicare! 

1994 a Gambettola, il Krua di Eron

1994 a Gambettola, il Bomb the Train di Reoh

1994 a Gambettola, il Dirt di Doit (FedeM) e Anice

Onestamente parlando, nonostante potessi contare sul mio fascino e la mia parlantina, restavo consapevole di essere un graffitaro alle prime armi e sapevo che avrei dovuto impegnarmi di più per attirare la sua attenzione, siccome era abituata a frequentare gente di un certo livello. Tornato a Bologna, con un po’ di risparmi e regali di parenti, comprai subito altre costosissime Talken e mi rimisi a pittare nel solito sottopassaggio. Volevo avere del buon materiale da sfoggiare al nostro prossimo incontro.

Stava arrivando infatti la famosa Indelebile, nella sua Rimini e li avrei avuto qualche giorno in più per approcciare. 

Ma come spesso accade, le cose non andarono come uno immagina.

Ad Indelebile non riuscii a ritagliarmi del tempo con lei, c’era un sacco di gente che le ronzava attorno e poi c’era Delta INC a dipingere che mi distraeva parecchio; non sarà bello ma coi sui pezzi arrivo lo stesso all’orgasmo.

Dopo quella jam le nostre strade non si incrociarono mai più. Qualche tempo dopo venni a sapere che si era fatto avanti con lei un writer di un certo spessore, addirittura di New York, per la precisione “from da Bronx”…uno che aveva avuto anche “qualche” esperienza sulla Subway già nei gloriosi anni settanta, ….quindi ….come avrei mai potuto competere?! Battaglia persa in partenza.
Smollai il colpo e smisi di cercarla.

Sogni infranti, tanti cuori spezzati in tutta Italia e fine della storia.

Ora possiamo parlare dell’altra Rimini.

Corriamo subito al famigerato Cellophane, praticamente in riva al mare anche se alla fine di Rimini, zona Miramare. Se il mondo delle disco lo ricorda per i suoi dj, noi graffitari lo conosciamo unicamente per i pezzi che vennero realizzati sul tetto, sopra alla strada. Queste foto le feci nel 1992 e credo fu sempre Walter a parlarmene, anche perché se fosse stato lo stesso Dayaki ora ne saprei di più. Difatti non ricordo se anche qui organizzavano le serate Hip-Hop e non so neanche perché spuntarono questi capolavori. Il mio unico interesse era fotografare, sviluppare e apprendere dai migliori.

1990_Rimini. Dayaki e OneArt, la prima parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. Zero-T2 e Crab, la seconda parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. The Death Squad di Zero-T2 nel retro del Cellophane, pezzo con vista mare.

Io personalmente amo molto i pezzi ricchi di dediche e riferimenti, raccontano storie interessanti e a volte lasciano un’alone di curiosità. Facciamo dello zoom.

Zoomata su Power di OneArt con la stupenda colorazione metallica importata direttamente da München.

 

Zoomata su Portrait. Perpetuum Conflict di Dayaki con tanto di freccia rossa che rivela informazioni importanti.

 

Zoomata su Down by Law di zero-T2 con un puppet che parla da solo.

Ogni estate, prima di fermarmi a Cervia dai parenti a scroccare la casa, scendevo in treno fino a Rimini dove stavo qualche giorno dal mio amico Daniele, non solo per andare insieme a caccia di tedesche, ma soprattutto per prendermi la prima abbronzatura, quella che ti secca i brufoletti adolescenziali. Era un mio rito, un trip da quindicenne, volevo che le varie fidanzatine estive, quelle che rivedi solo in villeggiatura, mi trovassero sempre in forma e quindi  volevo arrivare già scuro. E così ogni estate, arrivato alla stazione di Rimini, mi toglievo la maglietta e sotto al sole mi facevo a piedi tutto il porto canale e un sacco di Bagni dove ogni tanto beccavi qualche pezzo commissionato ai vari aka OneSea, aka OneArt, aka OneKick, fino ad arrivare dal mio amico. Questo è il motivo per cui mi ritrovo quattro books pieni di materiale riminese, scatti fatti tra il ’92 e il ’96.

Spostiamoci al porto canale, sono sempre scatti del 1992 ma certamente alcuni pezzi saranno anche più vecchi.

38 Squad sotto al ponte ferroviario by Nore (indovinate chi è), OneKick e Gooz.

 

Unfinished 1Art sulle scalette che scendono alla Hall of Fame del Porto di Rimini

Questa rampa che si vede in foto, spezzava in due il muro più alto e più bello di tutta la Hall of Fame, dove venne realizzato, sul lato destro, l’enorme AerozBomb Artist Workshop di 1Art con tanto di Bomber che scappa dall’elicottero della RPD  (Rimini Police Department) dopo aver lasciato un TCS su un bel vagone, mentre sul lato sinistro, ospitò il “Great” Bates-AIO ad Indelebile 1995,  quando il trio tedesco, Atom-Zebster-CanTwo si godevano la parete in spiaggia, dipingendo vista mare. Nel 1992 invece c’era questo Zombie di AirOne (non quello di Milano, ma sempre Eron) e Crab, che era tra le cose migliori che si potessero trovare in Italia.

Il muro maestro della Hall of Fame di Rimini e la rampa di scale che lo divide in due.

 

Zombi di Crab e AirOne …Hip Hop Troop!

Anche Reoh switchava tra diversi aka, ispirato o consigliato da Eron ma ovviamente il pioniere di questo stile politags era sempre lui..e sappiamo a chi mi riferisco …Master of D.

Reoh in versione Uzy e il B.H.

Il 90% della Hall of Fame si sviluppava sul lato di sinistra del porto canale, tra il ponte di ferro dei 38 Squad e il ponte di viale Matteotti . Sul lato destro invece, c’era un unica parete veramente valida, di cemento armato dove beccai questo pezzone  tutto lilla che si sviluppava perfettamente nello spazio a disposizione.

Do The Right Thing di 1Art e Crab, nella parte più interna del porto canale.

 

Dettaglio di Do the Right Thing col puppet e le dediche a Spike Lee, Michael Jordan e alla U.A.

Per adesso ci fermiamo qua, nel prossimo articolo su Rimini scriverò pochissimo e lo carico di foto, così andiamo in pari.

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