WP….lavori “finiti”

La famosa Vans di Dayaki, apparsa su Skate ed utilizzata anche su altre riviste. Il puppet alla sua destra doveva esserci tutto, ma l’hanno visto in pochi.

CATALOGO WP
DAYAKI e ZERO-T2, CMC in full effect, 1989
Muro anonimo, Bologna

Da catalogo pubblicitario ad oggetto di culto.

Quando uscì nel 1990, sicuramente lo regalavano a chiunque lo volesse ma già pochi anni dopo, in tanti, avrebbero pagato pur di averne una copia.
Era solo il 1992 quando venni a sapere della sua esistenza ed era già tardi, tutto esaurito; chiamai persino la ditta di via dell’Arcoveggio nella speranza di aggiudicarmi un’esemplare, ma nulla. Chiesi a tutti i ricchi fighetti del Galvani, che avevano tre Woolrich a testa e un sacco di Vans nell’armadio, ma nemmeno per sbaglio ne avevano preso uno. Sconsolato, mi rifugiai in quegli angoli nascosti del liceo dedicati ai ragazzi “alternativi”, dove incontravi gente con interessi diversi dalla discoteca e dagli aperitivi, i nostalgici del Punk dei Clash, quelli in fissa col Goth dei Bauhaus e ovviamente quei pochi attratti da un mondo hip hop emergente. In mezzo a loro conobbi la Nicoletta, uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto, che aveva una buona dimestichezza coi graffiti, tanto che, mentre la gente “normale” si scambiava le figurine dei calciatori, io e lei ci scambiavamo le foto dei pezzi. Lei le scippava direttamente dagli album del suo moroso e me le faceva copiare; loro due avevano messo insieme molto materiale dei centri sociali occupati, mentre io, che saltavo tranquillamente tra i binari dei treni, avevo delle gran foto della linea, che gli facevano gola. Legammo molto in fretta, e conobbi anche il suo fidanzato, che altri non era che il già citato Walter, con cui negli anni a venire andai dal molo di Rimini ai parchi di Milano, fino su alla Rote Fabrik di Zurigo e poi a piedi lungo tutta la linea di Basilea. Un giorno qualsiasi, senza anticiparmi nulla, la mia nuova amica Nicoletta, durante un’intervallo a scuola, mi regalò la sua copia, copia che ho conservato con amore e tanto rispetto in tutti questi anni….un mito di donna!  Quel giorno stesso, per la prima volta, passai le restanti ore di lezione finalmente chino su un libro, a “studiarmi” 120 pagine di puro talento italiano in formato maxi, 24×32 centimetri, giusti giusti per visualizzare al meglio ogni dettaglio.

Questo babbo Natale spacca, avercene sui muri. Bravo ZeroT2.

Dayaki e la sua bomboletta radiocomandata.

News by ZeroT2….ecco da chi prese ispirazione Kay One per i suoi puppet!!!!

Sell&Buy by ZeroT2 ….ora potrebbe scrivere solo Ebay.

Outline Buzz… e mettiamo le Sneakers anche al vespone. by ZeroT2.

In quegli anni di Magnum P.I., l’hawaiano vendeva alla grande. D’obbligo il pezzo in tema.

 

L’intero catalogo venne pensato con l’innovativa idea di abbinare alla professione e agli hobby dei diversi modelli un “volgarmente detto graffito” a tema. Coloro che si prestarono per questi scatti non erano infatti veri modelli, erano tutte persone di ambienti diversi, pittori e scrittori, atleti e skaters eccellenti come Matteo Storelli, studenti probabilmente amici di amici, attori, comici del calibro di Alessandro Bergonzoni, e ancora, distinti professionisti, avvocati e brokers; questo connubio tra pezzi e modelli improvvisati era veramente avanti per il 1989, e se magari è passato inosservato a molti, per molti altri fu una grande soddisfazione sfogliarlo tutto.

 

Gli Skaters di Bologna davanti al loro van graffitato…Il bravissimo Matteo Storelli è uno di questi.

 

Questo furgoncino si incrociava ogni tanto per le vie di Bologna, ma non sono mai riuscito a fotografarlo…. cose che capitavano spesso ai tempi in cui non esistevano gli smartphone!!

Tutti i pezzi erano taggati a skinny, come d’altronde tutti gli outlines, in quegli anni funzionava cosi, o forse c’erano solo quelli. Uno lo faceva Dayaki, un’altro Zero-T2, alcuni assieme.

Iceland by ZeroT2.

I Suckers sono ovunque. by Dayaki.

Petrolio e Soldi…accendiamo polemiche.

Dayaki sempre con la bonza in mano. Sotto c’è scritto CMC, o LOS, o TEC…insomma leggeteci quello che volete.

ZeroT2 riuscì a stilizzare e rendere Hip Hop pure un grammofono. Questo è parecchio stile, fate voi.

Stay Tuned. Lo stile e le colorazioni di Monaco riportate in questo lettering. Erano gli inizi. by ZeroT2.

Questo Cookers è Flohmarkt allo stato puro, colorazioni comprese. By ZeroT2.

Globe Flyers con puppet di Kay 1 ..ops, è ZeroT2, scusate.

Rabbia Marina by CMC….non chiedetemi cosa sia The Ship Eaters perchè non ne ho idea.

 

In questo catalogo ce n’è per tutti i gusti, io però il cuore l’ho lasciato sul vagone della metro.

Vagone Metro , con quel bel Death… che magari è riferito alla TDS di NY, chissà.

Mentre mi sfogliavo e risfogliavo questo gioiello, la mia fervida immaginazione viaggiava su binari tutti suoi, binari che sarebbero poi risultati morti. I pezzi che si vedevano a Bologna in quegli anni, come avete potuto immaginare dagli altri post, erano sparsi in vari punti della città; fino al 1993 non abbiamo mai avuto una Hall of Fame. Solamente lungo la linea ferroviaria ne potevi trovare tanti tutti assieme, per il resto dovevi andarteli a cercare uno per uno ed in questo io ero proprio bravo. Non avendo contatti diretti con i protagonisti a cui chiedere corsie preferenziali, stavo sviluppando da me un ottimo fiuto per stanarli tutti. Ma davanti a questo catalogo, sapendo che la WP era di Bologna, mi chiedevo come potevano essermi sfuggiti questi capolavori. Per realizzarli tutti ci voleva uno spazio enorme, dalle stesse foto si capiva che erano fatti al coperto e la prima cosa che mi venne in mente fu la cara e vecchia fabbrica abbandonata, molto in voga anche adesso tra i fake writers di Instagram.

Jazz Cool by Dayaki.

Rush by ZeroT2.

Original Sin rivisitato da Dayaki.

Ride and Wind by Dayaki.

Funny Show by ZeroT2.

Dayaki in action…questa concedetemela.

Selfie by Dayaki (1).

Comic by ZeroT2.

Art by Dayaki.

 

Ma dove era questa fabbrica? Perché nessuno ne parlava? Bologna non era certamente immensa come New York. Perché non riuscivo a fiutarla? 
Forse era già stata rasa al suolo, forse era imboscata sui colli, forse era in un’altra città o forse dovevo solo cercare meglio. Nel dubbio mi armai di tanti rullini da 36, pronti per ogni evenienza e nei mesi successivi, ogni weekend, uscivo per cercarla; tentativi inutili ma almeno tornavo a casa con qualche pezzo nuovo, di cui avete poi goduto in tanti su questo sito. Resta che sta fabbrica di merda non veniva fuori. Lo so che voi avete già capito dove sono andati a finire quei binari, ma io ero troppo sprovveduto solamente per pensarlo.

Il destino volle che quello stesso anno conobbi Dayaki. Per destino intendo la Nicoletta che mi svela il cognome del King of D., un elenco telefonico su cui cercarlo e la mia faccia come il culo per andare direttamente in Cirenaica a suonare al suo campanello …che bei ricordi. Comunque ora avevo una corsia preferenziale (e di altissimo livello potrei aggiungere), quindi appena misi da parte l’orgoglio per la ricerca fallita, mi decisi a chiederglielo; con l’innocenza di uno sbarbo, ma forse lui la vide come la deficienza di un toy, (chiedete a lui), con una frase preparata a tavolino per non sembrare troppo sprovveduto, me ne usci con:

“…bella D., sono riuscito tramite agganci ad avere finalmente il vostro catalogo tra le mani (con il vocabolo “agganci” creo del mistero tra me e il Pioneer e attiro la sua attenzione); un capolavoro, pezzi da paura, livello altissimo (i complimenti sinceri creano un feeling e le difese si abbassano)….quindi,….insomma, ehm……, magari non è che potresti rivelarmi dove li avete dipinti? …sai li vorrei vedere e fotografare tutti (gli faccio capire che voglio immortalare il suo talento) ….ovviamente se puoi dirmelo (ci sono dei rituali che non conosco ancora, mi sta educando e io lo so, quindi è Lui che decide se io sono degno di saperlo oppure no)… e insomma…per favore (l’educazione è sempre una buona carta da giocare)….ecco tutto qui”.

e il Pioneer, dall’alto della sua saggezza, senza ridersela troppo, con uno sguardo stupito e divertito allo stesso tempo, continuando a gesticolare come solo lui sa fare, parte con:

“…no way, era un muro solo, …si dipingeva …si scattava …si rimbiancava …si ridipingeva …e avanti così …lavoraccio …gran sbattimento”.
ed ecco che il mio cuore si spezza, manco m’avesse lasciato la fidanzata. Quella fabbrica maledetta non esisteva, era solo una parete anonima, un po’ troia, che si era presa un sacco di pezzi e si ripuliva tra uno e l’altro!
Uscii da quella conversazione imbarazzato e abbattuto; non avrei mai più potuto vedere quei capolavori mentre non sapevo che di figure di merda con Dayaki ne avrei fatte ancora….. proprio come ci si aspetta da un vero Nerd!!!

Ora beccatevi questo “Hockey player” da paura… e piangiamo assieme per non averlo mai visto dal vero.

Capolavoro di ZeroT2. Questo era lo stile Hard dei puppet che andavano in voga negli anni 90. Grandioso…un passo avanti a tutti.

(p.s: Sono certo di aver visto qualcosa di simile, passando in autobus per le vie di Rimini, realizzato da OneArt; sempre un puppet con casco rosso, vicino al porto, sul muro di un benzinaio credo, se qualcuno avesse quella foto mi farebbe piacere che la condividesse con noi.)

 

WP by Dayaki…outline bianco se ne vedevano pochi nel 1989.

N.Y.C. by ZeroT2, un bell’omaggio alla patria dei graffiti.

Good Luck…..direttamente dal Re della D, per il suo Partner in Crime!

Le facce incazzate si facevano così negli anni ottanta.

L’Indiano (Urbano) è sempre stata una fissa del Pioneer.

Dayaki prove di lettering…questo proprio non lo leggo…ma la tag…quella è venuta da panico!

Mentre tutti stampavano sulle Fruit, i Writers già si distinguevano con le Hanes.

World Wide (WEB) by Dayaki…è sempre stato troppo avanti.

Un Pezzo Peace Piace sempre….sopra la panca la capra campa….by Dayaki.

 

Tecnicamente parlando, posso affermare con sicurezza che i “volgarmente detti graffiti” realizzati dai CMC nel catalogo WP siano stati realizzati con un mix di Talken, Dupli-Color e ci metto la mano sul fuoco che hanno usato anche le famosissime e costosissime Marabu…..

…dai scherzo, non ne so un cazzo di colori, non sono mica Vandalo (questo post è dedicato a te, per tutti gli sforzi che fai sul tuo blog)

 

….le bonze si vedono tutte in quest’ultima foto.

Panoramica dei pezzi e delle bonze!


 

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