Rimini, Rimini

Rieccoci a Rimini con un po’ di foto scansione a random, fatte tra il 1992 e il 1995, alcuni inediti, alcuni storici. Ma prima, per premiare la vostra lunga attesa, beccatevi questo filmato digitalizzato direttamente dal VHS originale “New Brain Reality” che comprai da Pierre e Rita nel 1993, ma girato nel 1992.

Questi sono i video per cui impazzisce Vandalo, quindi uno sicuramente l’ho faccio felice.

Come ogni anno, partivo dal Porto Canale a scattare le foto.

Panoramica della parte sud del porto Canale di Rimini, scattata nel 93.

Vediamole più in grande queste foto.

La freccia vorrebbe attirare la vostra attenzione sulla scritta “The Death Squad”, la cosa più interessante di questa murata.

A sinistra si legge chiaramente la tag di 1Art, ma non so se il puppet sia sempre suo.

Stop…. by Ren, 38 Squad

…Crime by Zaky 2, 38 Squad

 

Argentone Rimini by Uzy

La quantità di tag che venivano fatte su tutto questo lungo Hall of Fame creava una bella texture di fondo, ma adesso come allora mi rende difficile distinguere la firma dell’autore da quelle fatte a riempimento, ma state certi che i “correttori” non si faranno desiderare a lungo.

 

Akira by Uzi

“Colors” con tanto di skyline a riempimento. Se il pezzo precedente era dedicato al miglior film del 1993, questo potrebbe essere dedicato al film di Hopper del 1988. Ora ditemi se leggete la tag dell’autore.

Spray by AirOne, aka ERON, e mi sa che è bello datato; oserei anche un fine anni 80. Non ricordo assolutamente dove fosse, mi pare di averlo beccato mentre dal Porto Canale mi spostavo alla stazione.

 

 

Zulu by Zedo e Ren, che poi potrebbero essere Airone e Crab. Questo credo sia del 1992.

Dopo la passeggiata al porto, andavo ovviamente verso la spiaggia per vedere un po’ di belle ragazze, e con grande stupore mi beccai anche dei bei pezzi patinati.

Lavoro su commissione al bagno n.63, in puro stile romagnolo, by OneArt che è sempre….indovinate un po’!

 

Altra parete, altro puppet di OneArt per il bagno n.63.

 

Letteroni con colorazione stile “Flohmarkt”, sempre OneArt, per realizzare questo “Tower 63”.

 

1992_Un bellissimo “Ghetto Blaster” di Rose e Onese (Reoh), anche se la cosa più bella resta sempre Rose!

 

Beach Volley by Onese del 1992

Questi pezzi rimasero a lungo sulla spiaggia di Rimini, mentre ogni anno che scendevo, il muro del Porto Canale cambiava aspetto. Ho trovato alcune foto del 1995 di una murata pazzesca firmata dalla neo-nata K-Rimini, che reputo un nome stupendo per una crew.

AerozBomb by K-Rimini United, sul muro maestro del porto Canale

Bomber in fuga dopo il pannello TCS94, by Eron ovviamente

 

L’elenco delle dediche agli amici è sempre stato un “must” che non poteva mancare sui pezzi. Adoravo leggerlo tutto perché mi aiutava a capire molti collegamenti tra le crew d’Italia.

 

Reoh in 3d non ancora finito, sempre sul Porto Canale.

Muovendosi dal porto verso Miramare riuscì ad intercettare anche questi pezzi di Reoh ed Eron, col famoso puppet con la Talken in bocca che finì su AELLE Mag. n.1.8; vi ho fatto il montaggio per la vostra gioia.

Reoh ed Eron sui pannelli di legno di un cantiere verso Miramare, alla fine di Rimini. 1993

 

Gira che ti rigira, abbiamo visto una moltitudine di tag in giro per Rimini ma alla fine sembra i writer attivi sul territorio fossero in pochi, sicuramente Eron che col suo ONEart a dato il via alla moda riminese, difatti Reoh si aggiudicò un bel ONEse, mentre Crab ripiegava su un ONEkick…. poi lo stesso Eron potrebbe essere stato influenzato da Dayaki e dalla sua mania di avere un sacco di alias!!

Se poi volete sapere qualcosa in più sulla storia Riminese di quegli anni, fatevi un giro a questo link che ho trovato on line. Se avessi voluto raccontare io la storia di Rimini, avrei potuto scopiazzare fin dal principio i tuoi testi, ma non è questo il mio intento, quindi WORD non te la prendere !

Concludo questo post condividendo alcuni graffiti che beccai sempre in riviera romagnola, ma questa volta erano a Punta Marina; fu il  mio amico Josh a vederli per primo passandoci in auto coi genitori , a me spettò ritrovarli e fotografarli. Sono di due writers di cui non so nulla, ma che fecero un bellissimo lavoro per essere il 1992. Il puntino dentro la O di Sony e le colorazioni Flohmarkt dei pezzi mi portano ad azzardare che i due talenti siano passati per Bologna, ma è giusto un pensiero.comunque, dopo 27 anni beccatevi almeno i miei complimenti.

 

1992_GeniuZ Crime by Sony e Shove

 

1992_Shot Em by Sony e Shove della C.I.A. Crime in Action

 

1992_StarZ con tanto di Michael Jordan in schiacciata.

 

Vamos a la Playa. Rimini anni ’90

38 Squad by OneArt

Quando arriva il caldo noi bolognesi siamo soliti spostarci sulla riviera Romagnola, e oggi vi porto con me.
Se  vi dico “Rimini”, voi a cosa pensate?

  • Eron? 
    • Macché! Certamente lui è un mostro di bravura, ma siete troppo scontati e prevedibili. Ritentiamo.
  • One Art?
    • Bona lè! Basta con Jessie, andate oltre.
  • 38 Squad? 
    • …tipo la foto che ho messo in copertina? Vi piace vincere facile?! Sbagliato ancora.
  • Indelebile?
    • Dai cazzo, No!…e ancora No. Ma vivete il writing solo su Instagram?

Dai ragazzi, se negli anni ’90 respiravi il movimento hip hop italiano e si parlava di Rimini, poteva venirti in mente una cosa sola. Forza! Ritentate!

  • Cellophane? 
    • Ok, …ci sta  …lo vedremo, ma siete ancora fuori strada.
  • Le serate del Barcelona? 
    • Ma mi tirate fuori un’altra disco?? Allora, ce la fate o no? 
  • Lego? 
    • Ahahahaha, spero vi riferiate ai vostri giochi da Toys?? Ahahaha. Ma smettetela.

Ma siete degli uomini o dei nerds? (detto da me suona un po’ strano).

Facciamo così: ve la do io la soluzione, copia-incollando le mie chiacchiere con uno che ne sa, uno che nei primi anni 90 faceva già del gran cash spacciandovi Sparvar, tappini e magliette, il mio gemello Jed. Ero a cena a casa sua qualche sera fa e mentre parlavamo delle solite minchiate, tipo Troie, Treni e Tortellini, gli ho accennato che avrei scritto un post su Rimini.
Lui subito si è voltato verso di me, con il sorriso e gli occhi illuminati e mi ha risposto nell’unico modo possibile:

“Rimini? Soccia, ma te la ricordi ROSE? Quanto era figa, con quelle treccine e quelle labbra carnose!!!”

Ecco regaz, d’ora in poi, se qualcuno vi dice Rimini, mi aspetto che voi rispondiate “ROSE”, e basta! 

In quei primi anni novanta per conoscere writers e intercettare news su nuovi pezzi, fanze e quant’altro potesse soddisfare la nostra sete di hip-hop, io e i miei amici frequentavamo i centri sociali e le poche jam o conventions che erano pubblicizzate con volantini consegnati a mano.

In quegli ambienti c’erano già poche ragazze e quelle che incontravi sposavano sempre uno stile cupo e poco curato, con kefiah al collo, maglioni verde marcio o rosso mattone, tute scialbe alternate a jeans dozzinali, e se da un lato evitavano le ballerine antisesso, dall’altro le loro clarks e i loro anfibi sporchi non erano poi tanto meglio.    

Finché non arrivò lei, la ROSE, che cambiò la visione che avevamo delle ragazze “alternative”. Bella e colorata come le Flygirls dei video americani, sneakers curatissime ai piedi, orecchini grandi ai lobi, occhi truccati alla perfezione, abbigliamento Stussy e Slam Jam, treccine afro, sempre sorridente e dolcissima…. e soprattutto dipingeva!!!

Eccola la Rose in tutto il suo splendore.
1993_Bologna centro, via Indipendenza nei pressi del monumento a Garibaldi.

La prima volta che beccai Rose fu nel 1993, ad una graffiti session su pannelli in pieno centro a Bologna, davanti alla “fu Isola nel Kantiere”. Quella volta c’erano altre due ragazze, Circe e Cora, che furono completamente ignorate per colpa sua: tutti gli occhi erano puntati su di lei. Noi tutti eravamo affascinati da questa bellezza con la bomboletta in mano.

Local writers at work in via Indipendenza. Si intravede appena la Rose sotto al braccio del Pioneer. Bologna centro 1993.

Lo stesso anno la rividi a Tinte Forti, dove venne con Eron e il suo compagno di crew Reoh. Per la prima volta i grandi Kings delle Jam avevano perso la luce dei riflettori tra noi followers: le attenzioni erano tutte per la bella Rose.

K-Rimini di Eron durante Tinte Forti 1993. Non si vede Rose, ma so che questo scatto vi piacerà lo stesso.

 

L’inverno successivo mi invitarono ad una jam battle a Gambettola, in piena Romagna, organizzata dai alcuni ragazzi simpaticissimi di cui non ricordo i nomi. 

Ci andai con un mio compagno di classe, Doit; eravamo gli unici bolognesi in mezzo a centinaia di romagnoli accorsi da Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini per ammirare il loro idolo Eron, che arrivò con Reoh e, per mia grande gioia, anche con Rose. Questa volta, dato che condividevamo “l’area privè” riuscì ad impezzarla di brutto, mentre il pubblico romagnolo poteva solo rosicare! 

1994 a Gambettola, il Krua di Eron

1994 a Gambettola, il Bomb the Train di Reoh

1994 a Gambettola, il Dirt di Doit (FedeM) e Anice

Onestamente parlando, nonostante potessi contare sul mio fascino e la mia parlantina, restavo consapevole di essere un graffitaro alle prime armi e sapevo che avrei dovuto impegnarmi di più per attirare la sua attenzione, siccome era abituata a frequentare gente di un certo livello. Tornato a Bologna, con un po’ di risparmi e regali di parenti, comprai subito altre costosissime Talken e mi rimisi a pittare nel solito sottopassaggio. Volevo avere del buon materiale da sfoggiare al nostro prossimo incontro.

Stava arrivando infatti la famosa Indelebile, nella sua Rimini e li avrei avuto qualche giorno in più per approcciare. 

Ma come spesso accade, le cose non andarono come uno immagina.

Ad Indelebile non riuscii a ritagliarmi del tempo con lei, c’era un sacco di gente che le ronzava attorno e poi c’era Delta INC a dipingere che mi distraeva parecchio; non sarà bello ma coi sui pezzi arrivo lo stesso all’orgasmo.

Dopo quella jam le nostre strade non si incrociarono mai più. Qualche tempo dopo venni a sapere che si era fatto avanti con lei un writer di un certo spessore, addirittura di New York, per la precisione “from da Bronx”…uno che aveva avuto anche “qualche” esperienza sulla Subway già nei gloriosi anni settanta, ….quindi ….come avrei mai potuto competere?! Battaglia persa in partenza.
Smollai il colpo e smisi di cercarla.

Sogni infranti, tanti cuori spezzati in tutta Italia e fine della storia.

Ora possiamo parlare dell’altra Rimini.

Corriamo subito al famigerato Cellophane, praticamente in riva al mare anche se alla fine di Rimini, zona Miramare. Se il mondo delle disco lo ricorda per i suoi dj, noi graffitari lo conosciamo unicamente per i pezzi che vennero realizzati sul tetto, sopra alla strada. Queste foto le feci nel 1992 e credo fu sempre Walter a parlarmene, anche perché se fosse stato lo stesso Dayaki ora ne saprei di più. Difatti non ricordo se anche qui organizzavano le serate Hip-Hop e non so neanche perché spuntarono questi capolavori. Il mio unico interesse era fotografare, sviluppare e apprendere dai migliori.

1990_Rimini. Dayaki e OneArt, la prima parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. Zero-T2 e Crab, la seconda parte dei pezzi del Cellophane.

 

1990_Rimini. The Death Squad di Zero-T2 nel retro del Cellophane, pezzo con vista mare.

Io personalmente amo molto i pezzi ricchi di dediche e riferimenti, raccontano storie interessanti e a volte lasciano un’alone di curiosità. Facciamo dello zoom.

Zoomata su Power di OneArt con la stupenda colorazione metallica importata direttamente da München.

 

Zoomata su Portrait. Perpetuum Conflict di Dayaki con tanto di freccia rossa che rivela informazioni importanti.

 

Zoomata su Down by Law di zero-T2 con un puppet che parla da solo.

Ogni estate, prima di fermarmi a Cervia dai parenti a scroccare la casa, scendevo in treno fino a Rimini dove stavo qualche giorno dal mio amico Daniele, non solo per andare insieme a caccia di tedesche, ma soprattutto per prendermi la prima abbronzatura, quella che ti secca i brufoletti adolescenziali. Era un mio rito, un trip da quindicenne, volevo che le varie fidanzatine estive, quelle che rivedi solo in villeggiatura, mi trovassero sempre in forma e quindi  volevo arrivare già scuro. E così ogni estate, arrivato alla stazione di Rimini, mi toglievo la maglietta e sotto al sole mi facevo a piedi tutto il porto canale e un sacco di Bagni dove ogni tanto beccavi qualche pezzo commissionato ai vari aka OneSea, aka OneArt, aka OneKick, fino ad arrivare dal mio amico. Questo è il motivo per cui mi ritrovo quattro books pieni di materiale riminese, scatti fatti tra il ’92 e il ’96.

Spostiamoci al porto canale, sono sempre scatti del 1992 ma certamente alcuni pezzi saranno anche più vecchi.

38 Squad sotto al ponte ferroviario by Nore (indovinate chi è), OneKick e Gooz.

 

Unfinished 1Art sulle scalette che scendono alla Hall of Fame del Porto di Rimini

Questa rampa che si vede in foto, spezzava in due il muro più alto e più bello di tutta la Hall of Fame, dove venne realizzato, sul lato destro, l’enorme AerozBomb Artist Workshop di 1Art con tanto di Bomber che scappa dall’elicottero della RPD  (Rimini Police Department) dopo aver lasciato un TCS su un bel vagone, mentre sul lato sinistro, ospitò il “Great” Bates-AIO ad Indelebile 1995,  quando il trio tedesco, Atom-Zebster-CanTwo si godevano la parete in spiaggia, dipingendo vista mare. Nel 1992 invece c’era questo Zombie di AirOne (non quello di Milano, ma sempre Eron) e Crab, che era tra le cose migliori che si potessero trovare in Italia.

Il muro maestro della Hall of Fame di Rimini e la rampa di scale che lo divide in due.

 

Zombi di Crab e AirOne …Hip Hop Troop!

Anche Reoh switchava tra diversi aka, ispirato o consigliato da Eron ma ovviamente il pioniere di questo stile politags era sempre lui..e sappiamo a chi mi riferisco …Master of D.

Reoh in versione Uzy e il B.H.

Il 90% della Hall of Fame si sviluppava sul lato di sinistra del porto canale, tra il ponte di ferro dei 38 Squad e il ponte di viale Matteotti . Sul lato destro invece, c’era un unica parete veramente valida, di cemento armato dove beccai questo pezzone  tutto lilla che si sviluppava perfettamente nello spazio a disposizione.

Do The Right Thing di 1Art e Crab, nella parte più interna del porto canale.

 

Dettaglio di Do the Right Thing col puppet e le dediche a Spike Lee, Michael Jordan e alla U.A.

Per adesso ci fermiamo qua, nel prossimo articolo su Rimini scriverò pochissimo e lo carico di foto, così andiamo in pari.

WP….lavori “finiti”

La famosa Vans di Dayaki, apparsa su Skate ed utilizzata anche su altre riviste. Il puppet alla sua destra doveva esserci tutto, ma l’hanno visto in pochi.

CATALOGO WP
DAYAKI e ZERO-T2, CMC in full effect, 1989
Muro anonimo, Bologna

Da catalogo pubblicitario ad oggetto di culto.

Quando uscì nel 1990, sicuramente lo regalavano a chiunque lo volesse ma già pochi anni dopo, in tanti, avrebbero pagato pur di averne una copia.
Era solo il 1992 quando venni a sapere della sua esistenza ed era già tardi, tutto esaurito; chiamai persino la ditta di via dell’Arcoveggio nella speranza di aggiudicarmi un’esemplare, ma nulla. Chiesi a tutti i ricchi fighetti del Galvani, che avevano tre Woolrich a testa e un sacco di Vans nell’armadio, ma nemmeno per sbaglio ne avevano preso uno. Sconsolato, mi rifugiai in quegli angoli nascosti del liceo dedicati ai ragazzi “alternativi”, dove incontravi gente con interessi diversi dalla discoteca e dagli aperitivi, i nostalgici del Punk dei Clash, quelli in fissa col Goth dei Bauhaus e ovviamente quei pochi attratti da un mondo hip hop emergente. In mezzo a loro conobbi la Nicoletta, uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto, che aveva una buona dimestichezza coi graffiti, tanto che, mentre la gente “normale” si scambiava le figurine dei calciatori, io e lei ci scambiavamo le foto dei pezzi. Lei le scippava direttamente dagli album del suo moroso e me le faceva copiare; loro due avevano messo insieme molto materiale dei centri sociali occupati, mentre io, che saltavo tranquillamente tra i binari dei treni, avevo delle gran foto della linea, che gli facevano gola. Legammo molto in fretta, e conobbi anche il suo fidanzato, che altri non era che il già citato Walter, con cui negli anni a venire andai dal molo di Rimini ai parchi di Milano, fino su alla Rote Fabrik di Zurigo e poi a piedi lungo tutta la linea di Basilea. Un giorno qualsiasi, senza anticiparmi nulla, la mia nuova amica Nicoletta, durante un’intervallo a scuola, mi regalò la sua copia, copia che ho conservato con amore e tanto rispetto in tutti questi anni….un mito di donna!  Quel giorno stesso, per la prima volta, passai le restanti ore di lezione finalmente chino su un libro, a “studiarmi” 120 pagine di puro talento italiano in formato maxi, 24×32 centimetri, giusti giusti per visualizzare al meglio ogni dettaglio.

Questo babbo Natale spacca, avercene sui muri. Bravo ZeroT2.

Dayaki e la sua bomboletta radiocomandata.

News by ZeroT2….ecco da chi prese ispirazione Kay One per i suoi puppet!!!!

Sell&Buy by ZeroT2 ….ora potrebbe scrivere solo Ebay.

Outline Buzz… e mettiamo le Sneakers anche al vespone. by ZeroT2.

In quegli anni di Magnum P.I., l’hawaiano vendeva alla grande. D’obbligo il pezzo in tema.

 

L’intero catalogo venne pensato con l’innovativa idea di abbinare alla professione e agli hobby dei diversi modelli un “volgarmente detto graffito” a tema. Coloro che si prestarono per questi scatti non erano infatti veri modelli, erano tutte persone di ambienti diversi, pittori e scrittori, atleti e skaters eccellenti come Matteo Storelli, studenti probabilmente amici di amici, attori, comici del calibro di Alessandro Bergonzoni, e ancora, distinti professionisti, avvocati e brokers; questo connubio tra pezzi e modelli improvvisati era veramente avanti per il 1989, e se magari è passato inosservato a molti, per molti altri fu una grande soddisfazione sfogliarlo tutto.

 

Gli Skaters di Bologna davanti al loro van graffitato…Il bravissimo Matteo Storelli è uno di questi.

 

Questo furgoncino si incrociava ogni tanto per le vie di Bologna, ma non sono mai riuscito a fotografarlo…. cose che capitavano spesso ai tempi in cui non esistevano gli smartphone!!

Tutti i pezzi erano taggati a skinny, come d’altronde tutti gli outlines, in quegli anni funzionava cosi, o forse c’erano solo quelli. Uno lo faceva Dayaki, un’altro Zero-T2, alcuni assieme.

Iceland by ZeroT2.

I Suckers sono ovunque. by Dayaki.

Petrolio e Soldi…accendiamo polemiche.

Dayaki sempre con la bonza in mano. Sotto c’è scritto CMC, o LOS, o TEC…insomma leggeteci quello che volete.

ZeroT2 riuscì a stilizzare e rendere Hip Hop pure un grammofono. Questo è parecchio stile, fate voi.

Stay Tuned. Lo stile e le colorazioni di Monaco riportate in questo lettering. Erano gli inizi. by ZeroT2.

Questo Cookers è Flohmarkt allo stato puro, colorazioni comprese. By ZeroT2.

Globe Flyers con puppet di Kay 1 ..ops, è ZeroT2, scusate.

Rabbia Marina by CMC….non chiedetemi cosa sia The Ship Eaters perchè non ne ho idea.

 

In questo catalogo ce n’è per tutti i gusti, io però il cuore l’ho lasciato sul vagone della metro.

Vagone Metro , con quel bel Death… che magari è riferito alla TDS di NY, chissà.

Mentre mi sfogliavo e risfogliavo questo gioiello, la mia fervida immaginazione viaggiava su binari tutti suoi, binari che sarebbero poi risultati morti. I pezzi che si vedevano a Bologna in quegli anni, come avete potuto immaginare dagli altri post, erano sparsi in vari punti della città; fino al 1993 non abbiamo mai avuto una Hall of Fame. Solamente lungo la linea ferroviaria ne potevi trovare tanti tutti assieme, per il resto dovevi andarteli a cercare uno per uno ed in questo io ero proprio bravo. Non avendo contatti diretti con i protagonisti a cui chiedere corsie preferenziali, stavo sviluppando da me un ottimo fiuto per stanarli tutti. Ma davanti a questo catalogo, sapendo che la WP era di Bologna, mi chiedevo come potevano essermi sfuggiti questi capolavori. Per realizzarli tutti ci voleva uno spazio enorme, dalle stesse foto si capiva che erano fatti al coperto e la prima cosa che mi venne in mente fu la cara e vecchia fabbrica abbandonata, molto in voga anche adesso tra i fake writers di Instagram.

Jazz Cool by Dayaki.

Rush by ZeroT2.

Original Sin rivisitato da Dayaki.

Ride and Wind by Dayaki.

Funny Show by ZeroT2.

Dayaki in action…questa concedetemela.

Selfie by Dayaki (1).

Comic by ZeroT2.

Art by Dayaki.

 

Ma dove era questa fabbrica? Perché nessuno ne parlava? Bologna non era certamente immensa come New York. Perché non riuscivo a fiutarla? 
Forse era già stata rasa al suolo, forse era imboscata sui colli, forse era in un’altra città o forse dovevo solo cercare meglio. Nel dubbio mi armai di tanti rullini da 36, pronti per ogni evenienza e nei mesi successivi, ogni weekend, uscivo per cercarla; tentativi inutili ma almeno tornavo a casa con qualche pezzo nuovo, di cui avete poi goduto in tanti su questo sito. Resta che sta fabbrica di merda non veniva fuori. Lo so che voi avete già capito dove sono andati a finire quei binari, ma io ero troppo sprovveduto solamente per pensarlo.

Il destino volle che quello stesso anno conobbi Dayaki. Per destino intendo la Nicoletta che mi svela il cognome del King of D., un elenco telefonico su cui cercarlo e la mia faccia come il culo per andare direttamente in Cirenaica a suonare al suo campanello …che bei ricordi. Comunque ora avevo una corsia preferenziale (e di altissimo livello potrei aggiungere), quindi appena misi da parte l’orgoglio per la ricerca fallita, mi decisi a chiederglielo; con l’innocenza di uno sbarbo, ma forse lui la vide come la deficienza di un toy, (chiedete a lui), con una frase preparata a tavolino per non sembrare troppo sprovveduto, me ne usci con:

“…bella D., sono riuscito tramite agganci ad avere finalmente il vostro catalogo tra le mani (con il vocabolo “agganci” creo del mistero tra me e il Pioneer e attiro la sua attenzione); un capolavoro, pezzi da paura, livello altissimo (i complimenti sinceri creano un feeling e le difese si abbassano)….quindi,….insomma, ehm……, magari non è che potresti rivelarmi dove li avete dipinti? …sai li vorrei vedere e fotografare tutti (gli faccio capire che voglio immortalare il suo talento) ….ovviamente se puoi dirmelo (ci sono dei rituali che non conosco ancora, mi sta educando e io lo so, quindi è Lui che decide se io sono degno di saperlo oppure no)… e insomma…per favore (l’educazione è sempre una buona carta da giocare)….ecco tutto qui”.

e il Pioneer, dall’alto della sua saggezza, senza ridersela troppo, con uno sguardo stupito e divertito allo stesso tempo, continuando a gesticolare come solo lui sa fare, parte con:

“…no way, era un muro solo, …si dipingeva …si scattava …si rimbiancava …si ridipingeva …e avanti così …lavoraccio …gran sbattimento”.
ed ecco che il mio cuore si spezza, manco m’avesse lasciato la fidanzata. Quella fabbrica maledetta non esisteva, era solo una parete anonima, un po’ troia, che si era presa un sacco di pezzi e si ripuliva tra uno e l’altro!
Uscii da quella conversazione imbarazzato e abbattuto; non avrei mai più potuto vedere quei capolavori mentre non sapevo che di figure di merda con Dayaki ne avrei fatte ancora….. proprio come ci si aspetta da un vero Nerd!!!

Ora beccatevi questo “Hockey player” da paura… e piangiamo assieme per non averlo mai visto dal vero.

Capolavoro di ZeroT2. Questo era lo stile Hard dei puppet che andavano in voga negli anni 90. Grandioso…un passo avanti a tutti.

(p.s: Sono certo di aver visto qualcosa di simile, passando in autobus per le vie di Rimini, realizzato da OneArt; sempre un puppet con casco rosso, vicino al porto, sul muro di un benzinaio credo, se qualcuno avesse quella foto mi farebbe piacere che la condividesse con noi.)

 

WP by Dayaki…outline bianco se ne vedevano pochi nel 1989.

N.Y.C. by ZeroT2, un bell’omaggio alla patria dei graffiti.

Good Luck…..direttamente dal Re della D, per il suo Partner in Crime!

Le facce incazzate si facevano così negli anni ottanta.

L’Indiano (Urbano) è sempre stata una fissa del Pioneer.

Dayaki prove di lettering…questo proprio non lo leggo…ma la tag…quella è venuta da panico!

Mentre tutti stampavano sulle Fruit, i Writers già si distinguevano con le Hanes.

World Wide (WEB) by Dayaki…è sempre stato troppo avanti.

Un Pezzo Peace Piace sempre….sopra la panca la capra campa….by Dayaki.

 

Tecnicamente parlando, posso affermare con sicurezza che i “volgarmente detti graffiti” realizzati dai CMC nel catalogo WP siano stati realizzati con un mix di Talken, Dupli-Color e ci metto la mano sul fuoco che hanno usato anche le famosissime e costosissime Marabu…..

…dai scherzo, non ne so un cazzo di colori, non sono mica Vandalo (questo post è dedicato a te, per tutti gli sforzi che fai sul tuo blog)

 

….le bonze si vedono tutte in quest’ultima foto.

Panoramica dei pezzi e delle bonze!